Sirene, app e pluviometri per sorvegliare i fiumi. La Regione: «Mai più alluvioni-killer»

Sirene, app e pluviometri per sorvegliare i fiumi. La Regione: «Mai più alluvioni-killer»
Sirene, app e pluviometri per sorvegliare i fiumi. La Regione: «Mai più alluvioni-killer»
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Mercoledì 26 Luglio 2023, 03:00 - Ultimo aggiornamento: 11:29

ANCONA  - Una sirena per annunciare il pericolo di una piena, l’installazione di pluviometri per il rilevamento delle acque piovane cadute in un determinato territorio in tempo reale e un nuovo sito web per la diffusione delle informazioni sulle allerte meteo. A margine anche la possibilità di introdurre un’app al servizio della cittadinanza per l’invio di notifiche inerenti all’emergenza meteo. Queste sono alcune delle implementazioni al sistema di allertamento in conseguenza alle calamità naturali.


Gli studi 


La Regione ha commissionato due studi al fine di migliorare e perfezionare il sistema di allerta meteo per prevenire e gestire al meglio gli effetti terribili di eventi climatici estremi, sempre più frequenti. «Uno studio alla Fondazione Cima, specificatamente rivolto all’introduzione di metodi innovativi per la rivalutazione degli standard di rilevamento» spiega l’assessore regionale alla Difesa del suolo e della costa, Stefano Aguzzi.

E un altro commissionato all’Università di Firenze per le opere strutturali da realizzare «come ad esempio le vasche di espansione, nuove arginature se non addirittura degli invasi a monte per frenare l’acqua» prosegue Aguzzi.


Le innovazioni 


A chiedere il resoconto degli studi commissionati è stata la consigliera Simona Lupini del Movimento 5 Stelle attraverso un’interrogazione ad hoc. «La relazione ci è stata consegnata il 17 luglio - ha risposto Aguzzi -, dunque stiamo approfondendo tutte le questioni evidenziate». Ma intanto la Regione ha messo in rete il nuovo sito www.allertameteo.regione.marche.it «attivo dal 16 giugno scorso» precisa l’assessore. Alla luce dei limiti del sistema di allertamento, emersi durante l’ultima alluvione che ha spazzato via gli idrometri a seguito dell’esondazione del Misa, provocando 13 morti, tra le innovazioni da introdurre, suggerite da Cima ci sono i pluviometri «che consentono di rilevare, e quindi tenere sotto controllo, la quantità di acqua caduta nei territori - specifica Aguzzi -. In contemporanea verranno mantenuti gli idrometri che, invece, servono a monitorare l’innalzamento del livello dei fiumi».


Il personale 


Tra le criticità da risolvere «Cima ci ha segnalato un sottodimensionamento dell’organico - afferma Aguzzi -. Ne eravamo consapevoli». Infatti nell’intero sistema generale di protezione civile, in particolare nella sala operativa, si registra la necessità di incrementare il numero delle figure. «Se servono risorse - tiene a sottolineare l’assessore - le metteremo».

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