ANCONA «Puntiamo sull’hardware della catena logistica per sviluppare un’intermodalità vera e sostenibile, l’arretramento della ferrovia Adriatica è necessario». Andrea Morandi, presidente di Federlogistica Marche, definisce «ottimo l’arretramento della linea ferroviaria, finalmente si potenzia la dorsale Adriatica».
L’investimento
«Ogni investimento sull’infrastruttura ferroviaria che punta al suo potenziamento è più che auspicabile, è necessario - sottolinea il presidente di Federlogistica Marche - Vedo molto bene la soluzione di arretramento della linea ferroviaria Adriatica di cui si discute in questi giorni: investire sulle infrastrutture ferroviarie significa investire su ciò che può essere definito l’hardware della catena logistica. La cura del ferro, un’espressione ormai d’uso comune, è una condizione fondamentale al fine di rendere più competitivo e sostenibile il sistema produttivo marchigiano. Inoltre, un aspetto non secondario sarà la possibilità di valorizzare in maniera significativa il patrimonio immobiliare con ricadute positive sulla costa marchigiana anche in termini di turismo». L’inserimento del Corridoio Adriatico nelle reti Ten-T e il progetto di arretramento della ferrovia per Morandi «sono un’occasione davvero unica per dare alla dorsale Adriatica una chance vera di sviluppo. Da anni parliamo di processi di decarbonizzazione del sistema infrastrutturale e vediamo nel trasporto intermodale una soluzione logica e concreta. Diviene, quindi, un obiettivo delle regioni potenziare il sistema ferroviario rispondendo ad una strategia già europea e nazionale. Il porto di Ancona - sottolinea il presidente Morandi - potrà beneficiarne in maniera rilevante e uscire in parte da un isolamento che ad oggi ha limitato la crescita dei traffici intermodali a vantaggio di altri scali adriatici, in primis Ravenna. E’ il momento di essere lungimiranti perché come si suol dire alcuni treni passano una volta sola».
L’ipotesi di arretramento della linea ferroviaria Adriatica è tornata alla ribalta in occasione della presentazione dello studio di Rfi, presentato dal Ministero, con cui si prevede lungo la tratta Adriatica un flusso fortemente incrementato di treni merci al giorno, provenienti dai porti di Taranto e di Gioia Tauro. A questi si aggiungerebbero poi i treni per il trasporto passeggeri. Con il rischio di raggiungere una frequenza media del passaggio di un treno ogni 8 minuti. «Cifre insostenibili – ha sottolineato il presidente Acquaroli – che invece di favorire il miglioramento dei servizi, contrastano con l’idea di sviluppo con il rischio di arrecare un enorme pregiudizio ai nostri territori».
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