La professoressa Spigarelli: «Con l’assist di Alibaba la Cina è più accessibile per le imprese delle Marche»

La professoressa Spigarelli: «Con l’assist di Alibaba la Cina è più accessibile per le imprese delle Marche»
La professoressa Spigarelli: «Con l’assist di Alibaba la Cina è più accessibile per le imprese delle Marche»
di Martina Marinangeli
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Lunedì 24 Luglio 2023, 02:30 - Ultimo aggiornamento: 12:21
Professoressa Francesca Spigarelli, docente ordinaria di Economia applicata all’Università di Macerata ed esperta del mercato cinese: il progetto di avvicinare le imprese marchigiane ad una piattaforma dell’e-commerce come Alibaba garantirebbe una vetrina globale. E aprirebbe anche la “porta d’Oriente”, non sempre così accessibile: quali sono le prospettive?
«Per le difficoltà che caratterizzano l’ingresso nel mercato cinese, avere una vetrina come Alibaba per proporre i propri prodotti è sicuramente una strategia dalle grandi potenzialità».
Cosa ci ha sfavorito finora?
«Le nostre imprese sono piccole e non si possono permettere di avere propri agenti e rappresentanti che operino in loco. Né tanto meno di avere filiali commerciali in Cina. Da sole non riuscirebbero a penetrare quel mercato. Mentre mettere insieme più produzioni e sfruttare la vetrina di Alibaba può essere la via giusta per riuscirci».
Cosa rende la Cina un mercato così difficile?
«Dopo il Covid, è diventato ancora più complicato penetrare il mercato cinese perché il costo della vita per il personale espatriato là è diventato esorbitante. Inoltre, sono proprio i cinesi ad essere cambiati. Il mercato è ancora più fortemente digitalizzato».
E in questo contesto, una piattaforma come Alibaba garantirebbe un assist non indifferente. 
«Avere un intermediario che possa accompagnare le aziende in quel mercato e creare una vetrina che metta a sistema le varie produzioni della regione credo sia una strategia vincente. Dà la possibilità di penetrare il mercato cinese con uno strumento che ai cinesi è gradito».
Come gradito è anche il made in Marche.
«Le nostre produzioni sono proprio quelle verso cui si indirizza il mercato cinese, attento alla qualità, all’esclusività, al pregio delle lavorazioni. Dalla moda all’agroalimentare, i nostri prodotti sono riconoscibili per la loro eccellenza».
Le Marche fanno ancora fatica a stare al passo con la digitalizzazione del mercato: saremo in grado di operare con un colosso dell’e-commerce come Alibaba?
«È una possibilità per le nostre imprese di fare un salto nel mondo digital che altrimenti potrebbe essere procrastinato. Un’operazione di educazione digitale a cui si devono necessariamente sottoporre. Ma c’è anche un altro tema».
Ovvero?
«Quello della proprietà intellettuale. Bisogna essere attrezzati per far in modo che i prodotti mantengano la loro unicità ed essere pronti a tutelarsi in situazioni di plagio. Ice ha promosso questo accordo con Alibaba, e penso sia un’ottima strada. E sempre Ice sta lavorando da anni sul tema della proprietà intellettuale e sulla sensibilizzazione delle imprese alla brevettazione. Le nostre imprese possono trovare una grande sponda in questi canali, ma attenzione ad avere le giuste competenze digitali e la struttura adeguata».
 
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