MACERATA - Svolta nell'inchiesta sull'omicidio di Pietro Sarchi, 62 anni, commerciante di pesce originario di Porto San Giorgio ma residente a San Benedetto. Sono quattro le persone indagate a piede libero per l’omicidio di Pietro Sarchiè. Tre uomini e una donna, tutti di origine siciliana e da anni trapiantati nell’entroterra Maceratese.
Giuseppe Farina, 40 anni, catanese, è indagato per omicidio e soppressione di cadavere. Nella sua abitazione sono stati trovati pezzi che secondo gli inquirenti sarebbero riconducibili al furgone-frigo del commerciante sambenedettese.
Indagato per concorso nell’occultamento di cadavere e favoreggiamento è invece Santo Seminara, marito della titolare dell’azienda edile di Castelraimondo nel cui capannone i carabinieri hanno trovato, tra le altre cose, tracce di sangue e un santino della madre di Sarchiè.
Gli altri due indagati, per favoreggiamento, sono due coniugi nella cui abitazione, in particolare in una stufa, i militari hanno trovato parti metalliche ritenute essere del furgone di Sarchiè. Tre di loro sono stati sentiti ieri fino a notte inoltrata dal procuratore capo Giovanni Giorgio e dai carabinieri nella caserma di Castelraimondo.
COLPO DI PISTOLA ALLA NUCA PER FINIRLO
L'autopsia ha confermato che Satchiè è stato raggiunto da 6-7 colpi di pistola, concentrati per lo più nella spalla sinistra ed esplosi da dietro, forse mentre il commerciante cercava di fuggire. Quello
mortale è stato esploso alla testa con le modalità di una vera e propria esecuzione.
Sarchiè ucciso con un colpo alla nuca
Quattro indagati, sono siciliani
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Mercoledì 9 Luglio 2014, 14:52 - Ultimo aggiornamento:
10 Luglio, 17:04
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