ANCONA Si fa male mentre è al lavoro. Ne segue periodo di malattia, alla fine del quale viene sottoposto a due visite mediche di idonetià. Risultato? Viene sospeso dal lavoro per un anno senza percepire la retribuzione. È la storia raccontata dal 51enne Gerardo Improta, dal 2008 dipendente di AnconAmbiente come operatore ecologico e dal 16 novembre scorso collocato a riposo «per garantire la tutela della sua integrità fisica» riportava la comunicazione dell’azienda fatta pervenire al lavoratore prima della definitiva decisione inviata il 18 dicembre con la notizia della sospensione di un anno.
I documenti
AnconAmbiente sostiene di aver preso tale decisione dopo l’accertamento medico collegiale dell’Ast e la mancanza di mansioni attribuibili all’operatore ecologico, stante le sue condizioni fisiche.
Il ricorso
L’operaio ha proposto ricorso su tale giudizio, per cui c’è stato il 15 novembre l’accertamento medico-collegiale dell’Ast, che ha previsto una serie di prescrizioni, tra cui evitare compiti che possano prevedere sforzi con rischio di sovraccarico per la spalla infortunata. In un primo momento, «per la tutela della sua integrità fisica» il 51enne è stato sospeso dal lavoro e dalla retribuzione dal 16 novembre fino al 5 dicembre. Quest’ultima data è stata posticipata al 23 dicembre e, infine, è arrivata la sospensione di 12 mesi, legata alla «impossibilità di adibire il lavoratore in nessuna tra le mansioni operative rinvenibili nella struttura organizzativa».
L’8 gennaio c’è stato un ultimo confronto tra Improta e l’azienda, dove è stata ribadita l’impossibilità di trovare lavori «che siano compatibili con lo stato di impedimento accertato dall’organismo di vigilanza». Considerando l’inquadramento dell’operatore ecologico, tutte le mansioni presenterebbero la movimentazione dei carichi. In una comunicazione inviata ieri all’avvocato Pellegrini, AnconAmbiente ha fatto sapere che, attraverso un’agenzia interinale, si rende «disponibile ad affiancare il lavoratore nella ricerca di un impiego temporaneo».