SAN SEVERINO - Daspo urbano nei confronti di quattro persone a seguito di un parapiglia avvenuto lo scorso maggio in un bar di San Severino. Le indagini erano state condotte dai carabinieri della locale stazione, che hanno chiesto e ottenuto l’emissione del provvedimento da parte del questore di Macerata.
Nei guai tre uomini e una donna, di età compresa tra 48 e 63 anni, già noti alle forze dell’ordine - a vario titolo - per spaccio, reati contro la persona, contro il patrimonio e contro l’ordine pubblico. Lo scorso maggio erano state da poco allentate le misure anti-Covid e il gruppetto aveva scatenato il caos nel locale di San Severino. In particolare, complice qualche bicchiere di troppo, tra i quattro era nato un diverbio, con tanto di minacce. E uno di loro aveva cercato di investire un altro protagonista della lite con un furgone. Una manovra fortunatamente maldestra, tanto che il mezzo è finito contro un palo.
Alle persone coinvolte era stata contestata anche la violazione delle regole anti-pandemia: la mancanza dell’uso della mascherina e il distanziamento sociale non rispettato. I carabinieri, oltre agli aspetti penali e amministrativi, avevano meticolosamente raccolto gli elementi necessari per ottenere il Daspo urbano, concesso dal questore nei confronti di tutti e quattro.
Com’è noto, la misura del Daspo urbano mira a sanzionare «la condotta di chi ostacola l’accesso e la libera fruizione di determinati luoghi pubblici». L’obiettivo è contrastare il degrado urbano causato da bivacchi, accattonaggio e comportamenti molesti da parte di persone ubriache. Il Daspo urbano, nei mesi scorsi, era stato emesso anche nei confronti dei responsabili di una rissa avvenuta a Porto Recanati. In quel caso le persone coinvolte erano state individuate grazie alla visione dei filmati delle telecamere di sorveglianza e ai video effettuati con lo smartphone da alcuni testimoni.
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