«Quell’antenna è un obbrobrio, sfregiate le colline leopardiane». I residenti chiedono la rimozione

L'antenna oggetto della protesta dei residenti
L'antenna oggetto della protesta dei residenti
di Giulia Sancricca
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Lunedì 31 Maggio 2021, 04:50 - Ultimo aggiornamento: 5 Giugno, 22:31

RECANATI - «Un abominio sulle colline leopardiane. Avrebbero potuto avvisare i residenti». È amareggiato Fabrizio Principi, residente in zona San Pietro, dove da giovedì scorso è stata installata un’antenna telefonica vicino alla sua abitazione.

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«Si trova a 30 metri da casa mia - dice Principi -. Circa un anno fa mi aveva contattato un agente per offrirmi del denaro in cambio dell’installazione dell’antenna sulle nostre proprietà; addirittura vennero due volte, alzando l’offerta, e rifiutai entrambe. Ma non ne feci una questione di denaro, piuttosto di paesaggio, consapevole dell’importanza del luogo dove sarebbe stata installata. La stessa offerta arrivò anche ad un altro vicino di casa, tanto che insieme eravamo sicuri che nessuno degli altri proprietari di zona avrebbe dato il suo consenso. Purtroppo, invece, la scorsa settimana è stata installata e noi non ne sapevamo niente». 

Ecco la delusione del recanatese: «Almeno avrebbero potuto avvisare noi residenti - dice -.

Non voglio entrare nel merito della questione salute e della protezione dai campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici, perché non ho le competenze; è oggettivo però che l’impatto estetico e paesaggistico sia notevole: la zona è visibilissima anche da chi si affaccia da casa Leopardi e dal Colle dell’Infinito. Molte sono state le segnalazioni e grande il disappunto nel vedere questo obbrobrio in un paesaggio del genere».

«Purtroppo il Comune ha potuto fare ben poco - ammette - nonostante sia sempre stato sensibile a queste tematiche. Esistono norme e regole nazionali che disciplinano il settore, magari si poteva prevedere un Piano antenne aggiornato che tuteli le aree sensibili». Proprio sul Piano antenne comunale il consigliere della Lega, Benito Mariani, aveva presentato un’interrogazione a febbraio scorso, per chiedere un aggiornamento alla legge regionale 2017 e a quella nazionale del 2020, con i siti sensibili.
 

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