POTENZA PICENA Colpo di scena per villa Buonaccorsi. La vicenda, iniziata lo scorso 11 novembre, data della prima asta partita da una base di quasi cinque milioni di euro, si è conclusa ieri con l’aggiudicazione della dimora storica a una società immobiliare romana. Per una serie di ribassi e aste deserte si era arrivati a un prezzo base di due milioni 970mila euro, con offerte ammissibili a partire da due milioni 230mila euro.
Ammonta all’incirca a questa cifra, infatti, l’unica offerta presentata dalla società che ha versato il dieci per cento di caparra e che avrà 180 giorni di tempo per saldare il conto. Qualora, entro sei mesi, il saldo non venisse versato, l’aggiudicazione decadrebbe, la procedura incamererebbe la cauzione e poi si potrebbe procedere a un nuovo esperimento di vendita. È stata questa l’unica offerta arrivata sul tavolo di Chiara Marchetto, la curatrice fallimentare che ha seguito la questione. Ma a cogliere tutti di sorpresa è stata l’assenza degli imprenditori marchigiani che, negli ultimi tempi, si erano confrontati con l’amministrazione e con la curatrice fallimentare, mostrando interesse per la villa. È possibile che aspettassero un ulteriore ribasso, ma l’attesa è costata più cara della dimora stessa. Così, mentre i mecenati del posto sembravano essere interessati all’acquisto della villa in vista di una possibile fruizione pubblica, visto il valore culturale e artistico della struttura, ora bisognerà attendere che la società romana mostri le sue intenzioni.
«Ci aspettavamo più partecipazione visti i contatti che c’erano stati - ammette il sindaco Noemi Tartabini -.
«L’impegno che mi sento di chiedere ora al Comune - dice Morgoni - è di interloquire subito con la nuova proprietà per far intendere quello che la villa rappresenta per Potenza Picena e il territorio. Ha una naturale vocazione pubblica e questo dev’essere sottolineato. È necessario trovare un’intesa sulla gestione: basterebbe che il privato illuminato costituisca una fondazione con una forte presenza pubblica per la gestione, così che possa accedere ai finanziamenti pubblici. Dopo un confronto con il ministro Franceschini ho infatti compreso che non è nelle possibilità del ministero l’acquisizione tramite la prelazione, ma che sono disponibili a intervenire per la manutenzione. Anche la vicepresidente del Fai, Ilaria Borletti Buitoni, è rimasta colpita dalla struttura, consapevole del traino che potrebbe rappresentare per la promozione turistica. È un treno che non possiamo perdere».