MACERATA - Dal 20 luglio al 19 agosto, per cinque weekend, allo Sferisterio di Macerata andranno in scena tre capolavori del repertorio operistico: Carmen di Georges Bizet, Lucia di Lammermoor di Gaetano Donizetti e La traviata di Giuseppe Verdi. Anche se i dettagli con le date specifiche saranno resi noti nelle prossime settimane, sembra ormai confermato il ritorno al vecchio format che prevedeva due o tre titoli diversi nello stesso weekend.
Una scelta in controtendenza con la novità invece messa in atto lo scorso anno dove le opere erano andate in scena per periodi, sfavorendo gli albergatori e le strutture ricettive della zona che avevano dovuto rinunciare alla permanenza degli spettatori per più giorni in una settimana. Era stata una posizione unanime - quella degli operatori commerciali - contraria al nuovo format. E forse anche per questo sembra che ci sia stato un passo indietro da parte degli organizzatori. Anche se l’ufficialità dovrebbe arrivare nelle prossime settimane, c’è ottimismo da parte dei titolari delle strutture ricettive.
«Lo scorso anno eravamo perplessi - ammette Giorgio Pietrella dell’hotel Arcadia - se davvero dovessimo tornare al vecchio format sono più d’accordo.
La pensa così anche Arianna Scheggia dell’hotel Lauri e Palazzo Cortesi. «Anche lo scorso anno abbiamo lavorato bene con artisti e stampa, in finale è stata una buona stagione, forse c’è stata più preoccupazione prima, perché rispetto alle stagioni precedenti non stavamo riscontrando interesse e prenotazioni. Effettivamente, con il format dello scorso anno, sono mancati i gruppi che si fermavano nel weekend. Cosa che speriamo ritorni per la prossima stagione. È mancata la clientela di un certo livello che gradiva venire e stare un weekend intero a Macerata per vedere tutte le opere e visitare il territorio. Conosciamo chi lavora dietro le quinte dello Sferisterio e, per quanta preoccupazione ci possa essere, sappiamo che poi i risultati sono sempre buoni. È un po’ tutto il pacchetto che Macerata vende: da qui l’importanza di una sinergia tra amministrazione e commercianti, si deve lavorare all’unisono per offrire un’offerta turistica valida».
Non solo gli alberghi, ma anche la ristorazione aveva risentito della scelta delle date dello scorso anno. Aldo Zeppilli, del Centrale Eat e dell’hotel Le dimore è favorevole al ritorno del vecchio format. «Sia per l’hotel che per il ristorante è molto meglio - confida - perché i gruppi si fermano per più giorni mentre lo scorso anno era un mordi e fuggi. Con la tre giorni gli spettatori si soffermano, vivono la città per tutta la giornata. Per l’albergo è meglio, ma anche per il ristorante perché poi le persone ci sono anche a pranzo, nella cena successiva. È un meccanismo che funziona bene».
Secondo Zeppilli, il vecchio format farà da traino anche al cartellone. «Visto che ci saranno due titoli commerciali e uno ricercato, mescolarli nei fine settimana è meglio, così i titoli più noti porteranno gente anche allo spettacolo meno conosciuto. Se un fine settimana venisse invece concentrato solo sul più debole credo che ne risentirebbe. E poi se vogliamo allargare il giro del turista ogni weekend deve essere variegato».