Corridonia, donna morta dopo un anno di coma, il giudice: «Necessarie altre indagini»

Sandro e Andrea Giustozzi, a destra il ponte di Piediripa
Sandro e Andrea Giustozzi, a destra il ponte di Piediripa
di Benedetta Lombo
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Sabato 30 Marzo 2024, 03:25 - Ultimo aggiornamento: 11:15

CORRIDONIA - Anziana morì dopo 13 mesi di coma, per il Gip serve un approfondimento medico-legale, gli atti tornano in Procura. Ora il pubblico ministero avrà sei mesi per espletare ulteriori indagini. La decisione del giudice è stata accolta con soddisfazione dai legali dei familiari dell’83enne: «Eravamo fiduciosi. Purtroppo Teresa Cafarella non può più difendersi, bisogna renderle giustizia». La sera del 13 dicembre 2022 l’anziana di Corridonia fu trovata in strada davanti casa in via Niccolai con il cranio schiacciato, priva di sensi.

La ricostruzione

Fu subito soccorsa e trasportata d'urgenza all’ospedale di Macerata, le sue condizioni disperate avevano indotto i medici a trasferirla all’ospedale di Torrette ad Ancona.

Dopo più di un anno di coma, lo scorso 9 gennaio Cafarella morì. Il giorno del tragico incidente un automobilista di Monte San Giusto aveva avvicinato i carabinieri che stavano effettuando i rilievi dicendo di essere passato lì pochi istanti prima e di aver colpito qualcosa, forse un sasso o un gatto. Si era fermato circa 100 metri dopo, aveva chiesto a un commerciante un martello e con quello aveva raddrizzato una parte del paraurti anteriore perché si era danneggiato dopo l’impatto e toccava sulla ruota. L’uomo fu indagato inizialmente per lesioni stradali. Nel corso delle indagini il pubblico ministero Enrico Barbieri, nominò un consulente tecnico, un ingegnere, per accertare la dinamica dell’incidente. Ma il consulente concluse la propria relazione asserendo che non vi fosse riferibilità tra l’investimento e i danni riportati dall'auto dell’indagato e il Pm chiese l’archiviazione del procedimento. I familiari dell’anziana presentarono opposizione. Per i due consulenti dei familiari della vittima, il medico legale Sergio Fattorillo e l’ingegnere Silvio Fattorillo, lo schiacciamento del cranio riportato dall’82enne era conseguente solo ad un arrotamento da auto, probabilmente avvenuto quando o l’anziana era già a terra perché caduta o era piegata per raccogliere qualcosa che poteva esserle caduto dalle buste della spesa. Martedì scorso era stata celebrata l’udienza dinanzi al Gip Claudio Bonifazi che ieri ha sciolto la riserva disponendo nuove indagini.

Le considerazioni

Per il giudice l’entità e la tipologia delle lesioni riportate da Cafarella, gli elementi evidenziati dai carabinieri nella ricostruzione sommaria dell’accaduto e i danni riportati dall'auto dell'indagato richiedono uno specifico accertamento medico-legale per stabilire la compatibilità o meno delle lesioni con un eventuale investimento e/o arrotamento da parte del veicolo e per fugare eventuali dubbi sul nesso eziologico. Se si riscontrasse compatibilità, per il giudice sarebbero necessarie ulteriori indagini tecniche in merito alla ricostruzione della dinamica del sinistro. «Eravamo fiduciosi – commentano i legali Andrea e Sandro Giustozzi –. Purtroppo Teresa Cafarella non può più difendersi, bisogna renderle giustizia. Va sottolineato che tutti gli accertamenti resi dalla polizia giudiziaria smentivano la consulenza tecnica, anche il Pm aveva ricostruito la dinamica dell'evento. Avevamo fiducia nel rigetto della richiesta di archiviazione perché il Tribunale di Macerata, come la Procura, vanta una magistratura preparata, esperta ed attenta».

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