Civitanova, si spacciano per carabinieri ma una novantenne sventa la truffa chiamando quelli veri

Si spacciano per carabinieri, un’anziana sventa la truffa
Si spacciano per carabinieri, un’anziana sventa la truffa
di Chiara Marinelli
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Mercoledì 6 Dicembre 2023, 03:10 - Ultimo aggiornamento: 7 Dicembre, 08:51

CIVITANOVA Chiamano una anziana spacciandosi per carabinieri, tentata truffa ai danni di una novantenne. È allarme. È uno dei tanti episodi di tentate truffe che si stanno susseguendo in questi giorni, sempre purtroppo ai danni di persone anziane, finite nel mirino di malintenzionati che, con le scuse più disparate, cercano di convincerli ad uscire di casa.

 

Questa volta è capitato ad una anziana che vive nel quartiere di San Marone.

L’altro ieri, intorno alle 13, è stata contattata telefonicamente da un malintenzionato che fingeva di essere un carabiniere. A raccontare l’episodio è la figlia della donna.

Il racconto della figlia

«Mia mamma quasi novantenne, che abita a San Marone, ha ricevuto una telefonata da sedicenti carabinieri di Porto Sant’Elpidio, che sostenevano di un suo familiare, non meglio identificato, in stato di fermo e che mamma si sarebbe dovuta recare immediatamente in caserma. Mamma prima ha chiamato mia sorella che abita al piano di sotto. E anche lei al telefono ha capito ben poco. Alla fine, hanno chiamato la caserma dei carabinieri e ovviamente i militari erano all’oscuro di tutto: hanno spiegato che sicuramente si trattava di un tentativo di truffa, probabilmente un modo per farle lasciare casa temporaneamente in modo da poterla visitare».

L'altra tentata truffa con un finto prete

Questa non è che una delle diverse segnalazioni. Ieri, sui social network, è apparso il post di una donna che ha raccontato il tentativo di truffa ai danni di sua madre, che fortunatamente non è caduta nel tranello. «Vi volevo informare che va in giro una nuova truffa che oggi è capitata a mia madre, ultraottantenne, in zona Fontanelle – ha scritto per mettere in guardia i suoi concittadini -. Era andata a buttare l’immondizia e una macchina bianca le si è affiancata: era un tizio vestito da prete, che ha cominciato a chiederle informazioni con aria molto affranta in quanto non riusciva a trovare una azienda di medicinali. Si è scusato per il suo italiano, dicendo di essere svizzero. Mia madre ha cercato di allontanarsi, perché il tizio la aveva quasi incastrata tra la macchina e i bidoni, ma un altro signore le si è avvicinato, presentandosi come un medico, cercando in maniera insistente di convincere mia mamma a salire in auto con loro per aiutare questo prete a trovare questa azienda. Fortunatamente se ne è andata, ma si è molto spaventata». 

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