Tartufo, quanto mi costi? Tremila euro al chilo alla Borsa di Acqualagna

Tartufo, quanto mi costi? Tremila euro al chilo alla Borsa di Acqualagna
Tartufo, quanto mi costi? Tremila euro al chilo alla Borsa di Acqualagna
3 Minuti di Lettura
Sabato 7 Ottobre 2023, 16:28

ACQUALAGNA - Al via la stagione di raccolta del tartufo bianco con le prime quotazioni che spingono gli italiani all'acquisto facendo registrare prezzi medi di 3000 euro al chilo per pezzature oltre i 50 grammi (la più pregiata) alla borsa del tartufo di Acqualagna, la prima a rendere note le contrattazioni per il pregiato re del bosco nel 2023. È quanto emerge da una analisi della Coldiretti in occasione dell'avvio della ricerche con feste, sagre e mostre che si moltiplicano lungo tutto lo Stivale e che rappresentano una ottima occasione per acquistare o assaggiarlo nelle migliori condizioni e ai prezzi più convenienti. All'avvio della stagione, sottolinea la Coldiretti, si rileva dunque un contenimento dei prezzi rispetto allo stesso periodo dello scorso anno quando si registravano per le stesse dimensioni valori di 4500 euro al chilo.

Via alla stagione del tartufo, costa 3mila euro al kg (un anno fa costava 4.500)

Importi ancora più contenuti si registrano quest'anno per le pezzature più piccole con valori che vanno da 2300 euro tra i 15 ed i 50 grammi a 1500 euro al chilo sotto i 15 grammi.

Prezzi molto convenienti, precisa la Coldiretti, si registrano in realtà lungo tutta la Penisola a partire dalla Fiera Internazionale del Tartufo Bianco di Alba in programma nel weekend dove è presente la Coldiretti con i propri stand ma anche a San Miniato, a Sant'Angelo in Vado e negli altri numerosi appuntamenti con sagre e Feste in calendario nei mesi autunnali Una opportunità da cogliere al volo perché a preoccupare è il lungo periodo di caldo e siccità che potrebbe compromettere le produzioni. Le condizioni climatiche fino ad ora hanno consentito infatti, sottolinea la Coldiretti, una buona raccolta per il Tuber magnatum Pico che si sviluppa in terreni freschi e umidi sia nelle fasi di germinazione che in quella di maturazione.

Dal Piemonte alle Marche, dalla Toscana all'Umbria, dall'Abruzzo al Molise, ma anche nel Lazio e in Calabria sono numerosi i territori battuti dai ricercatori. Il Tuber magnatum Pico si sviluppa in terreni che devono restare freschi e umidi sia nelle fasi di germinazione che in quella di maturazione.  Il tartufo è un fungo che vive sotto terra ed è costituito in alta percentuale da acqua e da sali minerali assorbiti dal terreno tramite le radici dell'albero con cui vive in simbiosi. Nascendo e sviluppandosi vicino alle radici di alberi come il pino, il leccio, la sughera e la quercia - spiega la Coldiretti - il tartufo, deve le sue caratteristiche (colorazione, sapore e profumo) proprio dal tipo di albero presso il quale si è sviluppato. La forma, invece dipende dal tipo di terreno: se soffice il tartufo si presenterà più liscio, se compatto, diventerà nodoso e bitorzoluto per la difficoltà di farsi spazio.

La ricerca dei tartufi praticata già dai Sumeri svolge una funzione economica a sostegno delle aree interne boschive dove rappresenta una importante integrazione di reddito per le comunità locali, con effetti positivi sugli afflussi turistici come dimostrano le numerose occasioni di festeggiamento organizzate in suo onore. I tartufi sono noti per il loro forte potere afrodisiaco e in cucina, conclude la Coldiretti, il bianco (Tuber Magnatum Pico) va rigorosamente gustato a crudo su noti cibi come la fonduta, i tajarin al burro e i risotti e per quanto riguarda i vini va abbinato con i grandi vini rossi.

© RIPRODUZIONE RISERVATA