Il premio Mattei consegnato ad Acqualagna all'imprenditore Loccioni: «Centrali per l'azienda sono le persone e l'ambiente»

Il premio Mattei consegnato ad Acqualagna all'imprenditore Loccioni: «Centrali per l'azienda sono le persone e l'ambiente». Nella foto da sinistra Maria Cristina Loccioni, Luca Lisi, Enrico Loccioni, Valerio Fiorani e Tommaso Monaldi
Il premio Mattei consegnato ad Acqualagna all'imprenditore Loccioni: «Centrali per l'azienda sono le persone e l'ambiente». Nella foto da sinistra Maria Cristina Loccioni, Luca Lisi, Enrico Loccioni, Valerio Fiorani e Tommaso Monaldi
di Véronique Angeletti
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Lunedì 13 Novembre 2023, 02:35 - Ultimo aggiornamento: 14 Novembre, 08:41

ACQUALAGNA - È con la consegna del prestigioso premio “Enrico Mattei Città di Acqualagna” ad un altro Enrico, il fondatore e presidente dell’impresa Loccioni, che si è chiusa la 58^ Fiera nazionale del tartufo bianco di Acqualagna. Associando la visione di due marchigiani emblemi di un’imprenditorialità fondata sulla cultura del lavoro, custode di valori e consapevole del suo fondamentale ruolo economico, sociale e ambientale nella comunità.

«L’uomo lungimirante»

Un premio, recita la motivazione, «all’imprenditore instancabile ma, soprattutto, all’uomo lungimirante che ha condotto l’impresa Loccioni verso grandi traguardi con una spinta decisiva all’innovazione, un impegno forte per la sostenibilità ponendo sempre al centro le persone e il territorio».  

Fondata nel 1968 dal giovanissimo Enrico e sviluppata con la moglie Graziella, Loccioni è l’espressione di un format che si distingue ben presto dall’azienda manifatturiera per la scelta di sviluppare progetti su misura per il cliente, creando una bottega tecnologica aperta in cui le persone sono il valore più grande. Loccioni offre soluzioni di miglioramento tecnologico, è un centro di competenza per rispondere alle esigenze di mercati innovativi. Un’azienda dove la ricerca diventa concreta e crea un beneficio comune.

«Lasciamo un mondo migliore»

«Un premio – ironizza Enrico Loccioni – non si rifiuta mai perché riconosce che qualcosa di buono è stato fatto ma è anche l’occasione per presentare un modello. Dobbiamo lasciare il mondo migliore di come lo abbiamo trovato».

La sua filosofia riposa sul legame indissolubile tra territorio e imprese: «L’azienda non esiste senza il territorio e il territorio non esiste senza le aziende». E proprio per questo «l’impresa deve andare altrove per dare un contributo ad altri comprensori».

A proposito della figura di Mattei, Enrico Loccioni, 74 anni, confessa: «Solo dopo, ci siamo resi conto di quello che rappresentava per il Paese, ma negli anni ‘70, la nostra attenzione era altrove». A margine del premio di Acqualagna, l’imprenditore, nato da una famiglia contadina, accompagnato dalla figlia Maria Cristina, racconta del suo incontro con Aristide Merloni, del periodo storico in cui s’incrociarono uomini che hanno fatto la differenza. «In ogni caso - puntualizza - per me la figura di Mattei è un emblema di coraggio ad agire non per sé ma per il bene del Paese e di un uomo che coinvolgeva i giovani. Aveva assunto migliaia di giovani laureati».

Il legame con la valle dell’Esino

L’imprenditore piega che esiste un legame tra la valle dell’Esino dove opera la Loccioni e Acqualagna. Con il gruppo lavorano 5 acqualagnesi laureati e la sua impresa è stata il trampolino di lancio di Valerio Fiorani e Tommaso Monaldi, fondatori di aziende nella capitale del tartufo dove vivono, lavorando in rete con Loccioni su importanti progetti internazionali, tra cui Lamborghini o St micro elettronics. Per Loccioni le sfide vanno colte e trasformate in opportunità per fare crescere l’azienda e il territorio.

«Perché - conclude - il benessere non si riduce all’andamento economico di un’azienda, ma ci deve essere etica nello scegliere attività che rispettano l’ambiente e le persone» .

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