PORTO SANT’ELPIDIO È alta l’attenzione dell’Amministrazione comunale sulle comunità energetiche. Negli ultimi mesi si è effettuata una mappatura degli immobili che ricadono sotto le cabine primarie del territorio, un passaggio propedeutico alla realizzazione di interventi volti alla produzione di energia da fonti rinnovabili per l’autoconsumo. Porto Sant’Elpidio vede una cabina primaria che interessa il quartiere Fonte di Mare e la zona industriale nord ed una seconda cabina che raccoglie il restante territorio comunale. Nella prima area non sono presenti allo stato attuale immobili pubblici dove realizzare impianti fotovoltaici, mentre per nell’altra parte del territorio, a seguito di una ricognizione sugli edifici comunali, si sono individuati diversi siti idonei, tra scuole, centri sociali, cimitero, per una produzione di energia fino ad un potenziale massimo di 2 Mwatt.
La scelta
«La prima scelta cade sulle coperture di edifici, più che su terreni, così da preservare il più possibile il territorio – spiega l’assessore all’ambiente Maria Laura Bracalente – L’obiettivo della ricognizione effettuata è quella di individuare tutti i siti già idonei, per stato di conservazione delle coperture, e le strutture che invece richiederanno lavori di adeguamento per poter ospitare impianti di produzione di energia.
La mozione
Nella seduta di ieri del Consiglio comunale, la maggioranza ha ritenuto di non accogliere una mozione sulle comunità energetiche presentata dalla consigliera Annalinda Pasquali. «Avevamo suggerito alla consigliera Pasquali il ritiro del punto all’ordine del giorno – chiarisce il capogruppo di Fratelli d’Italia Giorgio Marcotulli – Nessuna chiusura su un tema sul quale è evidente la sensibilità di questa Amministrazione comunale. Semplicemente abbiamo ritenuto che la mozione non apportasse alcun contributo ulteriore rispetto all’azione che si sta già portando avanti, anche sotto l’aspetto della sensibilizzazione, come i banchetti informativi nell’ambito della campagna Io non rischio di qualche mese fa o la giornata di studi t-Cersulla transizione ecologica».