Manette al commando
che voleva uccidere un rivale

Manette al commando che voleva uccidere un rivale
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Martedì 4 Marzo 2014, 17:55 - Ultimo aggiornamento: 5 Marzo, 16:51
PORTO SANT’ELPIDIO - Cinque arresti nel Fermano. A darne notizia il procuratore della Repubblica di Fermo Domenico Seccia stamattina dinanzi ai giornalisti convocati per una conferenza stampa. Al suo fianco il sostituto Alessandro Piscitelli, il Pm che ha seguito passo passo l’ultima indagine scaturita da una gravissima aggressione avvenuta il 22 febbraio scorso in via Cinque Giornate, nel quartiere San Filippo, e che ha portato all’arresto, lunedì sera, di cinque persone. Si tratta di un marocchino di 29 anni, M’Haddan Jounes, nato a Casablanca, nullafacente, pregiudicato, residente in via San Filippo; un algerino anche lui di 29 anni, Nasri Jamil, nato ad Aniaba, senza fissa dimora, pregiudicato; un italiano, Enrico Cipriani, 30 anni residente a Montegiorgio ma detenuto nel carcere di Ascoli per altra causa; infine due tunisini, Maa Kamel di 45 anni e Akid Mohammed di 39 anni, nato a Tunisi e residente a Fermo.



Cinque malviventi incalliti sono finiti dietro le sbarre con l’accusa di tentato omicidio in concorso, lesioni aggravate e minacce. Sono in corso ulteriori accertamenti per capire se questo sodalizio criminale possa considerarsi una vera e propria associazione a delinquere.



Il commando è entrato in azione la sera del 22 febbraio a Porto Sant’Elpidio, ha fatto irruzione in un appartamento di via Cinque Giornate abitato da un tunisino “rivale” e dalla di lui fidanzata. Armato di una lastra metallica tagliente con fili di ferro, il quintetto ha colpito il giovane con l’intento, questo è quanto emerso dalle indagini, di sgozzarlo. Ne è nato un parapiglia, l’uomo ha tentato di difendersi, ha cercato di scappare ma il commando l’ha raggiunto e lanciato dal secondo piano dell’abitazione. Solo per un miracolo, il volo da sei mesi di altezza non gli è costata la vita: il giovane è infatti atterrato sul tetto di un’auto che ha attutito il colpo.



A questo punto i cinque sono scesi in strada con l’intento - secondo la ricostruzione offerta dalla Procura - di finirlo. Ma le urla della fidanzata e il trambusto che nel frattempo si era creato lì intorno e l’imminente arrivo dei carabinieri, chiamati dai residenti della zona, hanno convinto il commando a scappare. Lasciando però numerosissime tracce che sono state raccolte dai carabinieri di Porto Sant’Elpidio.
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