Mafia, agguato e strage a Taranto
Tre morti, c'è anche un bimbo di 4 anni

Mafia, agguato e strage a Taranto Tre morti, c'è anche un bimbo di 4 anni
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Mercoledì 19 Marzo 2014, 10:34 - Ultimo aggiornamento: 11:06
Hanno sparato per uccidere, sapendo che in auto c'erano tre bambini: questo il particolare agghiacciante che emerge nella ricostruzione, fatta dagli investigatori, della dinamica dell'agguato avvenuto alle 21.30 di ieri sera sulla strada statale 106 jonica, la Taranto-Reggio Calabria, all'altezza dello svincolo per Palagiano.



Le vittime. Sotto la raffica di colpi di arma da fuoco sono morti Cosimo Orlando, 43 anni, con precedenti penali e in regime di semilibertà, la sua compagna Carla Maria Fornari, 30 anni, che era alla guida della Daewoo Matiz rossa su cui viaggiavano, e il bambino di 4 anni che Orlando aveva in braccio. Sul sedile posteriore c'erano altri due bambini, di sei e di sette anni, rimasti illesi. Tutti e tre i piccoli sono



La dinamica. La famiglia stava tornando a casa dopo aver trascorso il pomeriggio fuori quando l'auto è stata affiancata da una vettura su cui viaggiavano i killer che hanno cominciato a sparare, uccidendo sul colpo i tre e poi dileguandosi a forte velocità. L'obiettivo dei killer era sicuramente l'uomo, ma gli aggressori non hanno esitato a sparare, pur sapendo che a bordo della vettura c'erano tre bambini, una ventina di colpi da pochi metri di distanza, senza un attimo di esitazione. Cosimo Orlando non ha avuto il tempo di reagire. Il commando ha agito rapidamente: ha crivellato di colpi la vettura e poi si è dileguato senza lasciare tracce. Sul posto sono intervenuti carabinieri, polizia e gli operatori del 118 che non hanno potuto far altro che constatare la morte dei tre. La zona viene setacciata dalle forze dell'ordine che hanno istituito numerosi posti di blocco.



Cosimo Orlando era detenuto in semilibertà perché stava scontando una condanna per il duplice omicidio di Filippo Scarciello e Giancarlo La Cava, di 22 e 26 anni, uccisi con colpi di arma da fuoco nelle campagne di Palagianello (Taranto) il 4 novembre 1998. Orlando era stato condannato insieme a un complice e aveva già scontato in carcere 13 anni. Il duplice omicidio, secondo quanto accertarono all'epoca gli investigatori, maturò per contrasti tra gruppi malavitosi legati allo spaccio di sostanze stupefacenti.



Carla Maria Fornari, compagna di Orlando, era la vedova di Domenico Petruzzelli, pregiudicato di 35 anni ucciso insieme a un altro pregiudicato, Attorre, nel maggio 2011. Il bimbo ucciso e gli altri due rimasti illesi sono nati dalla unione della donna con Petruzzelli.



Alfano: dare risposta rapida.
«Lo Stato darà una risposta rapida e concreta ad un fatto di inaudita ferocia» ha detto il ministro dell'Interno, Angelino Alfano, dopo l'invio di 60 uomini in provincia di Taranto, che stanno già svolgendo compiti operativi. L'obiettivo è quello di dare massimo impulso al controllo del territorio e all'azione info-investigativa.



Vendola: mafia disumana, si rischia ritorno agli anni peggiori. «Credo che lo Stato debba reagire di fronte a una strage così efferata che ancora una volta dimostra quanto la modalità operativa delle mafie abbia dentro di sé un codice di disumanità e di barbarie assoluta - ha detto il presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola - Per Taranto è un drammatico risveglio. Forse questo è un momento in cui in tante parti d'Italia occorrerebbe fare il punto sulla capacità della mafia d'intercettare il disagio sociale e di ricostruire il controllo del territorio. Tutti noi siamo chiamati a compiere una riflessione sui rischi del ritorno degli anni peggiori in una città come Taranto e non solo».