Darsena a Porto San Giorgio, scontro sulllo stop alla concessione: ricorso al Tar e risarcimento da quasi 50 milioni

Darsena a Porto San Giorgio, scontro sul stop alla concessione
Darsena a Porto San Giorgio, scontro sul stop alla concessione
di Serena Murri
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Venerdì 18 Agosto 2023, 02:10 - Ultimo aggiornamento: 19 Agosto, 07:13
PORTO SAN GIORGIO - Il concessionario del porto chiede i danni al Comune. Dopo il procedimento di decadenza, il Marina si muove e chiede 48,2 milioni di risarcimento anche se, come rimarca la società, si dice «disponibile a un confronto con il Comune stesso e l’Agenzia del demanio». Il presidente Renato Marconi spiega che «di fronte a un tentativo di scippo da parte del Comune, noi siamo convinti che la legge sia uguale per tutti e siamo fiduciosi della sua applicazione». 


Gli sviluppi


Il Marina di Porto San Giorgio, che gestisce il porto turistico, ha ricevuto il decreto di decadenza lo scorso 27 maggio e si è rivolto al Tar delle Marche opponendosi a quella che definisce una decisione «ingiusta e illegittima. Il Comune nel riconteggio dei canoni demaniali non ha voluto considerare quanto stabilito dalle più recenti disposizioni legislative e dalle maggioritarie pronunce del giudice amministrativo e costituzionale. Principi di legge opposti confermati anche dalle tre sentenze del Consiglio di Stato che hanno dato ragione proprio al Marina. Non solo: il mancato accordo sui canoni demaniali impedisce al momento il rilascio della fideiussione richiesta e che due primarie compagnie assicurative sono pronte a rilasciare a favore del Marina.

Questo atteggiamento appare strumentale all’esclusivo ottenimento della gestione diretta del porto da parte del Comune, che si pone, così, in evidente conflitto di interessi». La società «a tutela dei propri diritti e al fine di difendere il porto turistico, le maestranze e il progetto di sviluppo immobiliare, approvato nel lontano 1982 e realizzabile solo dal settembre 2022, grazie alle approvazioni rilasciate dalla precedente giunta comunale e dalla Regione Marche dopo 42 anni, si trova oggi costretta anche a richiedere al Comune il ristoro dei danni causati proprio dai ritardi subiti e dal mancato riequilibrio economico temporale della concessione, seppur richiesto e previsto ai sensi di legge».


Il Cda


Un’azione dovuta, secondo quanto sostenuto dal Consiglio di amministrazione del Marina, a fronte delle più recenti chiusure ad ogni possibile approfondimento e dialogo espresso dagli uffici comunali. «In ogni caso - la chiosa - la società rimane disponibile ad un confronto con il Comune e l’Agenzia del Demanio in quanto conferma la propria volontà di completare i lavori di riqualificazione del porto, adempiendo agli oneri concessori. Il porto infatti rimane una risorsa fondamentale per lo sviluppo del territorio e della regione e la aocietà è pronta ad assolvere ai propri impegni».

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