Fermo, addio a Marco Corvatta. Il giovane pizzaiolo stroncato da un malore. «Ciao Corvo, ci hai insegnato a vivere»

Fermo, addio a Marco Corvatta. Il giovane pizzaiolo stroncato da un malore
Fermo, addio a Marco Corvatta. Il giovane pizzaiolo stroncato da un malore
di Serena Murri
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Venerdì 5 Gennaio 2024, 02:30 - Ultimo aggiornamento: 17:11

FERMO «Ciao Corvo, ci mancheranno la tua genuinità e la tua luminosità». Così gli amici, ieri mattina nella chiesa di San Giuseppe Artigiano a Marina Palmense, hanno salutato per l'ultima volta Marco Corvatta. Il funerale del giovane di 28 anni è stato celebrato da don Francesco Chiarini. La celebrazione è stata trasmessa anche all'esterno, dove era presente tutta la comunità. «Di fronte a queste tragedie - ha spiegato don Francesco - non sappiamo come comportarci, è un fatto frustrante. Anche Cristo, di fronte alla morte del suo amico Lazzaro, pianse. Anche oggi, tanti amici di Marco che sono accorsi con turbamento perché di fronte alla morte di un giovane nasce lo sconforto. Non capisci come sia possibile, è come se nascesse una tenebra dentro capace di privarci di ogni certezza. Non ci sono tante parole, non sono qui per consolarvi». 

La data

Tantissimi i giovani che erano presenti per dare a Marco l'ultimo saluto e accompagnarlo verso l'ultimo viaggio. Diversi sono stati gli amici che hanno voluto leggere delle lettere rivolgendogli l'ultimo pensiero affettuoso. «Il dolore ci inchioda». Queste le parole che meglio hanno descritto lo stato d'animo degli amici di una vita, i quali hanno saputo comprendere che Marco «ci ha lasciato più certezze di chiunque altro, come fratello, amico curioso e altruista, come pizzaiolo e come insegnante, un modello esemplare, una persona luminosa che continuerà ad illuminare i nostri giorni con la sua luce».

Poi il rimorso di chi avrebbe voluto fermare il tempo al 30 dicembre, «a quell'ultimo caffè preso con lui, l'amico di cui ognuno avrebbe avuto bisogno». «Caro Marco - il ricordo del terzo amico - eri l'essenza e la purezza della semplicità di chi amava stare in compagnia. Era un normale Capodanno per un ragazzo di 28 anni. Su quello che è successo possiamo farci poco. Prendiamo spunto dalla tua genuinità, dalle tue battute e dalle parole di conforto che avevi sempre».

L’impegno

«Ci hai insegnato a vivere, sei stato il professore di tutti noi. Hai avuto un cammino pieno di responsabilità e sofferenze ma sapevi affrontare la vita con un sorriso. Il primo gennaio sarà il tuo giorno, nostro professore, fratello, nostro uomo». Prima che il feretro si dirigesse al cimitero di Porto San Giorgio, l'ultima mano che si è posata sulla bara è stata quella della mamma di Marco, sul legno come una carezza.

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