Alunni della scuola dell’infanzia e i tamponi: la scelta obbligata dei genitori. Ecco cosa succede

Alunni della scuola dell’infanzia e i tamponi: la scelta obbligata dei genitori. Ecco cosa succede
Alunni della scuola dell’infanzia e i tamponi: la scelta obbligata dei genitori. Ecco cosa succede
di Francesca Pasquali
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Domenica 30 Gennaio 2022, 06:05 - Ultimo aggiornamento: 31 Gennaio, 08:48

FERMO -  Lasciare la figlia di tre anni a casa o farla tornare a scuola pagando il tampone? È l’interrogativo che s’è trovata davanti una mamma di Fermo, la cui bimba è stata in quarantena per dieci giorni. A raccontare la storia è la nonna, Maria Antonietta Luciani. Poco dopo il rientro dalla vacanze di Natale, la classe della piccola è stata messa in quarantena per la presenza di un positivo.

La bambina non ha mai avuto sintomi e la mamma ha deciso di non farle fare il primo tampone. È rimasta a casa il tempo necessario.

Poi, l’altro ieri, su indicazione del Dipartimento di prevenzione, è stata accompagnata al Fermo Forum per il test di controllo. Solo che il risultato non è ancora arrivato. E, senza l’esito negativo del tampone, la bimba non può tornare a scuola. «Abbiamo scritto diverse mail, telefonato all’Urp e al numero verde: nessuna risposta. È una vergogna», si lamenta la nonna. Per la quale non è giusto costringere le famiglie a pagare i tamponi perché il pubblico non funziona. Da ieri, il problema è solo dei bambini delle materne, perché, per quelli delle elementari e per i ragazzi di medie e superiori, in farmacia, i tamponi sono gratis. Ma il grosso dei contagi, in questa fase, riguarda proprio gli asili.

«Sappiamo che manca il personale e che al Dipartimento di prevenzione sono sotto organico – dice la nonna della piccola –, ma non possiamo pagare noi per un disservizio della sanità». «I bambini hanno già perso tantissimo – chiosa – e hanno diritto a un po’ di normalità. Come andare a scuola». 


Nel frattempo Federfarma replica sui presunti aumenti dei tamponi nelle farmacie. «Nessun aumento dei prezzi dei tamponi nelle farmacie. Non ci risulta. Semmai ci sono farmacie che applicano prezzi più bassi provocando code fuori dall’esercizio. Code che vorremmo evitare per ovvi motivi» afferma Marco Meconi, vice presidente Federfarma Marche e responsabile delle farmacie rurali marchigiane. Meconi replica alla mamma che si lamentava dei 12 euro pagati per un tampone al figlio di nove anni: «Ha pure beneficiato di uno sconto perché avrebbe dovuto pagare 15 euro. Se il prezzo è eccessivo, le lamentele non vanno rivolte alle farmacie che applicano le normative».

In effetti, dai primi di agosto, da quando cioè è stato siglato il protocollo di intesa tra Federfarma nazionale e il Ministero della Salute, il prezzo del tampone rapido è stato abbassato da 18 euro (nelle Marche era uno dei più bassi in Italia) a 15 euro. Prezzo ridotto a 8 euro per i ragazzi tra i 12 e i 18 anni per i quali è necessario il Green Pass per svolgere una serie di attività. Per i ragazzi sotto i 12 anni il prezzo è 15 euro. L’inizio dell’anno scolastico e l’arrivo di Omicron ha poi indotto il Governo a introdurre, dal primo gennaio 2022, la gratuità del tampone per gli studenti 12-18 anni (scuole medie e superiori), dietro presentazione della ricetta elettronica del medico curante.


Da venerdì la gratuità del tampone, con la stessa procedura, è stata estesa anche ai bambini 6-11 anni (scuola elementare). Nessuna agevolazione invece per i bambini sotto i 6 anni per i quali il tampone costa 15 euro. «E se invece di aspettare i tempi della sanità pubblica (con tampone gratuito) si viene in farmacia a fare il tampone, il costo è quello previsto dalle normative. Invito i cittadini a segnalare eventuali comportamenti scorretti dea parte delle farmacie non sui social ma a Federfarma e all’Ordine dei farmacisti che prenderanno i procedimenti disciplinari del caso» termina Meconi.

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