Degenera la lite con i vigili urbani
Il ristoratore viene condannato

Degenera la lite con i vigili urbani Il ristoratore viene condannato
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Martedì 17 Febbraio 2015, 22:27 - Ultimo aggiornamento: 18 Febbraio, 09:06
FERMO - Era stato fermato a bordo della sua auto da una pattuglia dei vigili urbani sul lungomare fermano. Era all'altezza del grattacielo, e mentre gli agenti stavano facendo delle contestazioni riguardo i documenti e l'immatricolazione della macchina, ha dato in escandescenza. Un comportamento che, a Ulderico Beato, noto ristoratore, è valsa, all'epoca, una denuncia e ieri, una condanna a otto mesi per resistenza a pubblico ufficiale, lesioni e ingiurie.

Durante la discussione il Pm ha chiesto una condanna a un anno e sei mesi, mentre la difesa dell'uomo, affidata all'avvocato Maide Bracciotti, ha ribadito l'innocenza del suo assistito e ha chiesto l'assoluzione, al termine il giudice Barbara Bondi Ciutti ha emesso la sentenza.

Nell'udienza precedente il Pm Lucia Traini aveva prodotto un'integrazione del capo d'imputazione, aggiungendo alla resistenza anche le lesioni, dato che uno dei vigili durante la colluttazione aveva riportato delle contusioni, mentre l'avvocato difensore Maide Bracciotti aveva presentato tre decreti di citazione a giudizio a carico dei 5 agenti, Guglielmo Pieragostini, Gianluigi Santarelli, Ivan Piccinini, Leonardo Diomedi e Cristiano Capparelli, denunciati a sua tempo dallo stesso Beato per lesioni.

Il fatto risale a una notte di luglio del 2009, quando Ulderico Beato viene fermato da una pattuglia di vigili del comando di Fermo per un controllo. In primo momento Beato si rifiuta di scendere dalla macchina e consegnare i documenti ai vigili, solo dopo varie insistenze l'uomo cede, ma il materiale offerto ai municipali risulta incompleto, manca il libretto di circolazione. A quel punto gli agenti comunicano all'uomo le sanzioni previste e il possibile sequestro della vettura. E' in quel preciso istante che Beato, secondo quanto riportato dall'accusa, avrebbe iniziato ad avere una condotta volta ad opporsi all'attività d'ufficio dei vigili, minacciando gli agenti e cercando con la forza di riprendersi i documenti, spintonando uno di questi, facendolo cadere a terra e tirandogli dei calci all'addome. Gli altri vigili presenti, per placare la sua ira, sarebbero stati costretti ad ammanettarlo.

Ben diversa la ricostruzione della difesa, secondo la quale sarebbero stati i vigili urbani ad aver tenuto un comportamento violento ed offensivo nei confronti di Beato, che avrebbe soltanto reagito alle provocazioni ricevute, tesi confermata anche dal passeggero che viaggiava nella vettura con lui. I 5 agenti si sono costituiti parte civile e sono stati rappresentati dall'avvocato Savino Piattoni.
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