Trapianti d'organi, toccanti testimonianze
al premio in ricordo di Matteo Biancucci

Trapianti d'organi, toccanti testimonianze al premio in ricordo di Matteo Biancucci
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Sabato 21 Marzo 2015, 22:19 - Ultimo aggiornamento: 22 Marzo, 09:42
FERMO - La donazione degli organi, oltre a essere un gesto civico e di solidarietà sociale, è prima di tutto un atto d'amore nei confronti della vita. Per parlare della sua importanza e per sensibilizzare le generazioni più giovani sul tema del trapianto e della donazione di organi, l'Aido, l'Avis, l'Admo, in collaborazione con l'Area Vasta 4 e il contributo del Rotary di Fermo, ha presentato ieri la sesta edizione del concorso Premio Matteo Biancucci.

“E' un appuntamento di grande importanza - esordisce Marco Bellingacci, governatore del distretto 2090 del Rotary -. Il Rotary da sempre si batte per diffondere lo spirito di solidarietà tra popoli. Al mondo ci sono tante persone che soffrono perché sono in attesa di un organo. In Italia dobbiamo raggiungere una maturità diversa, ci sono ancora troppi ostacoli e troppi cavilli e una certa disinformazione. La donazione degli organi dovrebbe essere considerato un atto dovuto, cosi come l’iscrizione all’Aido”. “Con il gesto della donazione si intende partecipare alla perpetuazione della vita”, aggiunge il presidente dell’Aido di Fermo Sergio Ioiò.

Dopo l’intervento di Alberto Viozzi, coordinatore locale per i trapianti, sono seguite le testimonianze toccanti di due persone trapiantate. Francesco Bovara, che ha subito un trapianto di cuore, e Daniela Olivieri, una giovane di 35 anni. Minuta, ma con una grinta da vendere, ha raccontato la sua incredibile esperienza. Oltre ad aver subito tre trapianti renali, è stata la prima paziente a essere trapiantata da sveglia.

“Ora sono qui, grazie a coloro che mi hanno permesso di continuare a vivere trasformando la morte in vita”, chiosa. La sociologa Sabrina Petrelli e lo psicologo Luigi Verducci dell’Asur hanno poi spiegato l’esito della ricerca condotta nelle scuole.
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