ASCOLI - Per i suoi diciotto anni ha scelto un regalo speciale: si è iscritta ad Admo, l’associazione donatori midollo osseo. Adele Trotta frequenta il quinto anno del liceo classico, e fin da piccola grazie agli insegnamenti di mamma Tamara donatrice Admo dal 1991, ha capito il valore del dono. Una delle due sorelle di Adele si è già scritta al registro: «Se è possibile salvare la vita di una persona attraverso un gesto così semplice, non ci si può sottrarre.
L’educazione alla solidarietà ci è stata trasmessa da nostra madre, lei ci ha fatto comprendere l’importanza di regalare una speranza a chi è in difficoltà.
Adele ha condiviso la sua scelta con le sue migliori amiche: una è più scettica, l’altra invece ha manifestato un certo interesse: «Conosco una persona maggiorenne - dice Adele - che è andata a donare contro la volontà dei genitori, purtroppo può capitare che le famiglie si preoccupino ma non c’è ragione. Io ci tengo a rassicurare sul fatto che non c’è da spaventarsi. Il primo passo è un semplice prelievo, basta informarsi. L’importanza di questo gesto molto semplice però può salvare la vita a qualcuno che senza un trapianto sarebbe spacciato». «Sono numeri importanti quelli che sta ottenendo Admo - afferma Elvezio Picchi vicepresidente regionale e responsabile della sede operativa di Ascoli Admo - in Italia si contano 329 trapianti, il numero può alto da quando esiste il registro nazionale. Undici di questi sono marchigiani, un numero doppio rispetto all’anno precedente.
Nelle Marche si contano 430 iscritti, l’età media si è abbassata arrivando ai 26 anni. Le sorelle Trotta in questo panorama segnano un record perché l’età minima è proprio quella dei diciotto anni. La determinazione di queste ragazze ci riempie di orgoglio ma è importante sottolineare come la loro famiglia si sia messa al servizio della comunità ed è un esempio per tutti perché non è facile trasmettere determinati valori. Stiamo raccogliendo i frutti di un lavoro lungo, attraverso l’aumenti del numero di potenziali donatori, ampiamente soddisfatti del rapporto che c’è tra l’associazione ed il registro del sistema sanitario regionale».
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