Pressing su Emodinamica, Saltamartini rassicura i sindaci: «Il Fermano non è la Cenerentola delle Marche»

Pressing su Emodinamica, Saltamartini rassicura i sindaci: «Il Fermano non è la Cenerentola delle Marche»
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Venerdì 1 Ottobre 2021, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 9 Marzo, 10:03

FERMO - Emodinamica, pronto soccorso, ex ospedali, Cser: quello che il Fermano vuole mettere nel nuovo Piano sociosanitario regionale a Filippo Saltamartini l’hanno spiegato i sindaci di Fermo e Porto Sant’Elpidio. Tra i pochi ad aver risposto all’invito dell’assessore alla Sanità. Tante le defezioni di primi cittadini, ieri pomeriggio, all’incontro organizzato al teatro dell’Aquila, per quello che avrebbe dovuto essere un momento di ascolto del territorio.

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Anticipato dalle parole dell’ex assessore regionale Fabrizio Cesetti che annotava come tra i Comuni invitati mancassero i sei dell’area montata. «Mi sforzo di credere – scrive il consigliere regionale – che l’esclusione sia solo un mero errore, visto che la revisione del Piano sociosanitario è imprescindibilmente legata all’omogeneità istituzionale dei territori e delle comunità».

Fatto sta che, oltre che a sanitari e sindacati, l’incontro era riservato ai sindaci degli Ambiti sociali 19 e 20. Ma solo una decina si sono presentati. E meno ancora hanno alzato la mano per parlare. Quello di Fermo l’ha fatto all’inizio. «Nel piano sociosanitario – dice Calcinaro – dovrà esser ben evidente quali saranno le specializzazioni di Fermo, Ascoli e Macerata, con un grande equilibrio nelle Marche del sud». «Non possiamo scendere nel campanilismo sui temi della rete clinica – aggiunge –, ma su due cose sì». L’Emodinamica per la quale «non ci interessa la bandierina dell’Uoc (Unità operativa complessa), ma che un qualsiasi cittadino della provincia abbia a disposizione, a Fermo, un medico e un’equipe».


E il pronto soccorso che, «con il fatto di essere l’unico della provincia, rischia di andare in tilt» e per il quale «serve un’iniezione di personale». La sfida del nuovo Piano sociosanitario, sempre secondo Calcinaro, vuol dire anche «dare significati forti ai presidi territoriali» e aumentare i fondi per i Tis, i tirocini di inclusione sociale. Guarda al sociale pure Nazareno Franchellucci. «La domanda di Cser e “Dopo di noi” cresce di continuo. È prioritario investire sulla realizzazione di nuove strutture e sul potenziamento di quelle già esistenti», dice il sindaco di Porto Sant’Elpidio e chiede di «riprendere in mano la divisione degli ambiti sociali». «Nel Fermano mancano quaranta medici di medicina generale. Il Cup regionale è stato un fallimento. Il rapporto con le università per le scuole di specializzazione va rivisto», aggiunge alla lista della spesa la presidente dell’Ordine dei medici, Anna Maria Calcagni».


«Meno proteste e più proposte», incalza Andrea Putzu. Il consigliere regionale di Fratelli d’Italia, di Porto Sant’Elpidio, conosce il territorio e invita i sindaci al gioco di squadra. Dal canto suo Saltamartini ascolta. Riprende Bruno Nepi del Comitato per la sanità del Fermano, che invitava gli amministratori a «farsi un giro all’Urp e nei reparti e a parlare con il personale» e chiedeva conto dell’«Emodinamica da 136mila euro donata dalla Carifermo e chiusa da anni in una stanza». «Questo è un incontro istituzionale. I comizi si fanno da un’altra parte», lo blocca dopo un po’ Saltamartini.


Ma chiede di verificare se è vero il fatto dell’emodinamica. Poi snocciola qualche dato: i 38mila accessi al Murri, i 1.186 in Urologia e i 1.469 in Oncologia del 2019. «Basta con questa storia della provincia Cenerentola delle Marche. Danneggia l’immagine e il lavoro di tanti professionisti», sbotta l’assessore regionale. Sull’Emodinamica – dice – «ci stiamo lavorando». Per il robot chirurgico «abbiamo avviato un percorso per portarlo a Fermo, per elevare lo standard professionale di alcuni reparti».

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