Tibaldi, responsabile prevenzione Asur: «Le aule scolastiche sono iper-sicure. Il virus se c’è, viene da casa»

Tibaldi, responsabile prevenzione Asur: «Le aule scolastiche sono iper-sicure. Il virus se c’è, viene da casa»
di Martina Marinangeli
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Venerdì 1 Ottobre 2021, 02:55 - Ultimo aggiornamento: 2 Ottobre, 08:27

ANCONA - Il giro di boa è stato superato. A due settimane dall’inizio della scuola, il temuto aumento di casi positivi al Covid sembra rimanere ancora a distanza. La curva del contagio continua a mostrare una marcata flessione, con un tasso d’incidenza mai così basso da metà luglio. L’autunno è appena iniziato ed il dato va preso con estrema cautela ma, almeno per il momento, la situazione epidemiologica pare essere sotto controllo. 

 
L’equazione si è invertita

Un quadro che inverte l’equazione, come spiega il dottor Alberto Tibaldi, coordinatore del Dipartimento di prevenzione dell’Asur: «la notizia è che le scuole sono un ambiente sicuro ed iper-controllato.

Le positività derivano invece dal contesto domestico, portate poi dai bambini a scuola. E per il principio di massima cautela, questo fa scattare le quarantene delle classi. Però i dati delle prime due settimane di scuola ci hanno permesso di consolidare una situazione epidemiologica controllabile con sufficiente tempestività». Tradotto: un’impennata di casi come quella registrata nell’ottobre 2020 è «inimmaginabile». Da una parte, perché i meccanismi di prevenzione e tracciamento sono ormai collaudati; dall’altra perché possiamo contare su un’arma come il vaccino. 


L’importanza del vaccino
«Abbiamo capito tutti l’importanza di poter contare su una base di popolazione vaccinata per non avere impennate significative – osserva Tibaldi –. Ormai viaggiamo su numeri che riusciamo a gestire anche con il tracing. Le misure di prevenzione diventate ormai una prassi - mascherine, distanziamento, disinfezione delle mani e delle superfici –, abbinate ad una base di popolazione ben vaccinata, ci restituiscono i valori di circolazione che abbiamo». 


La circolazione asintomatica
Vale a dire che il virus sta circolando, «ma in maniera asintomatica e quindi neanche lo percepiamo. Ecco che abbiamo cambiato totalmente la percezione di pericolosità del Covid, perché gli strumenti in campo sono molto efficaci rispetto a quelli che avevamo un anno fa». La situazione epidemiologica nelle scuole non è però omogenea su tutto il territorio. «Nell’area vasta 3 di Macerata ci sono più classi in quarantena rispetto alle altre province», fa sapere Tibaldi. Nella classifica seguono poi l’Av1 di Pesaro Urbino e quella di Ancona, mentre presentano numeri più contenuti l’av 4 di Fermo e l’av5 di Ascoli Piceno. «È lo strascico della curva più importante che abbiamo avuto nella provincia maceratese rispetto alle altre. L’Area vasta 1, per esempio, è stata sempre “capofila” nella prima fase, mentre l’Av2 ha avuto il suo bel da fare nella seconda. Ora tocca all’Av3. Per il momento, il Fermano sembra essere protetto e l’Av5 ancora di più». Un’immagine del virus che sembra scendere verso sud. Per tenere sotto controllo gli eventuali contagi nel mondo scolastico, quest’anno è stata introdotta anche la sperimentazione degli istituti sentinella e, per il momento, anche questo screening conferma una circolazione molto limitata tra i banchi. Fino a martedì, infatti, su circa 1000 studenti testati con i salivari molecolari – tra primarie e secondarie di primo grado – ne era risultato positivo solo uno in una scuola elementare del Fermano. Ma questo monitoraggio presenta un difetto: «deve esserci una produzione importante di saliva da parte di chi fa il test – prosegue nella spiegazione Tibaldi –. Se non sono ben imbevuti, potrebbero non essere attendibili per il test da fare poi in laboratorio. Quindi se l’obiettivo che ci fissiamo è di avere 100 campioni, dovremmo fare 150 tamponi».

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