Livini, confermate le dimissioni: al suo posto la Storti dell'Asur Marche. Inutile il pressing dei sindaci

A destra Livio Livini, ex direttore dell'Area vasta 4, con il sindaco Paolo Calcinaro e il prefetto Vincenza Filippi
A destra Livio Livini, ex direttore dell'Area vasta 4, con il sindaco Paolo Calcinaro e il prefetto Vincenza Filippi
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Mercoledì 14 Aprile 2021, 04:50 - Ultimo aggiornamento: 15 Aprile, 10:34

FERMO - Da una parte le reazioni, tantissime, una raffica di inviti, ormai tardivi, a un ripensamento. Dall’altra il silenzio. Quello del diretto interessato, Licio Livini, deciso a non tornare indietro sui suoi passi. Una scelta avallata dalla Regione. Il giorno dopo le dimissioni del direttore dell’Area vasta 4, ieri mattina Livini era al suo posto per coordinare una riunione sul piano vaccinale dopo il varo del centro fermano con il sindaco Paolo Calcinaro e il prefetto Vincenza Filippi.

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Poi si è recato alla sede centrale dell’Asur.

Qui la conferma delle dimissioni e la nomina ad interim di Nadia Storti, direttrice generale dell’Asur Marche, che prende il posto del direttore in attesa della nomina del successore. Non sono previsti tempi brevi, il successore verrà scelto quando sarà il momento di rimettere mano alle nomine, di sicuro non prima dell’estate. La decisione finale dopo un confronto fra i vertici della Regione, lo stesso Livini e la Storti.In passato fra Livini, nominato durante l’amministrazione Ceriscioli, e gli attuali vertici regionali non sono mancate le frizioni.

Solo di poche settimane fa la sua uscita con la quale criticava la gestione della sanità. Tensioni che dovrebbero essere alla base, pandemia o no, delle dimissioni. L’ormai ex direttore, entrato il 1° agosto 2015, lascia dopo quasi 6 anni: un periodo difficilissimo per la sanità fermana. Per ora riprende il posto di direttore di distretto occupato pro tempore da Vittorio Scialè.

Mentre la politica si attrezza, continuano i commenti sul caso, a partire da quello di Fabrizio Cesetti, consigliere regionale del Pd, che sulla vicenda interroga il governatore Francesco Acquaroli e l’assessore alla Sanità Filippo Saltamartini. Secondo Cesetti «le dimissioni sono un fatto di estrema gravità e un pregiudizio alla credibilità dell’organizzazione sanitaria. Livini ha messo coraggio, capacità e determinazione. Una decisione chiaramente indotta da decisioni e omissioni dei superiori e dei vertici istituzionali della Regione». Ci sono poi i sindaci che, numerosi, avevano chiesto un ripensamento. Ma gli appelli provengono tutti dall’area del centrosinistra

La prima a chiederlo era stata la presidente della Provincia, Moira Canigola, nonché sindaco di Monte Urano, perché «lasciare un territorio scoperto in un periodo così delicato ci porta all’instabilità. Il Fermano ha bisogno di una figura di riferimento». Parole molto simili dagli amministratori dei Comuni maggiori della provincia. Il sindaco di Porto Sant’Elpidio Nazareno Franchellucci rimarcava che «per far funzionare il sistema serve che la Regione intervenga e trovi una sintesi in tempi immediati». Alessio Terrenzi da Sant’Elpidio a Mare che «la politica passa in secondo piano quando si parla di salute. Arriverà il momento delle sostituzioni».

Per il sangiorgese Nicola Loira, invece, «il Fermano esce indebolito e mi dispiace per il rapporto personale instaurato con Licio». Dall’area montana, il primo cittadino di Amandola Adolfo Marinangeli sottolineava che il nuovo arrivato «avrà bisogno di un periodo di adattamento che non ci possiamo permettere oggi». Il Pd di Fermo con il capogruppo Sandro Vallasciani evidenzia «lo spessore umano e tecnico di Livini, la passione e l’impegno da responsabile del distretto, poi da direttore dell’Area vasta. Infine Luigi Silenzi, presidente della Cna pensionati di Fermo, il quale si augura che le dimissioni non siano avvenute in «circostanze che hanno impedito un sereno svolgimento del suo compito. Sarebbe gravissimo». Gravissimo o no, il dado è tratto.

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