Tre Archi come Scampia: maxi blitz, rottweiler contro la polizia, spaccio e sparatorie. Ecco come è iniziata la lunga indagine

La polizia in azione
La polizia in azione
di Lolita Falconi
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Mercoledì 20 Settembre 2023, 02:30 - Ultimo aggiornamento: 14:24

FERMO - Un poliziotto morso alla gamba da un rottweiler, colpi d’arma da fuoco e aggressioni tra componenti di bande rivali, lunghi appostamenti e perlustrazioni. Dalle carte dell’indagine emergono nuovi particolari di un corposo lavoro svolto con discrezione e grandissima professionalità nel corso di oltre un anno a Tre Archi dagli agenti della polizia di Fermo. L’indagine, per alcuni filoni ancora in corso, parte nel luglio del 2022 quando la Squadra Mobile, nel corso di un’operazione antidroga, effettua una perquisizione domiciliare all’interno di un appartamento in via Tobagi. In quella circostanza gli operatori bussano all’uscio, la porta viene aperta da un soggetto il quale aizza un cane di grossa taglia contro di loro, gridando, “attacca, attacca”. 

 


Il cane, un rottweiler da 60 chili, si scaglia contro gli operatori che si vedono costretti a indietreggiare e a farsi schermo con la porta di ingresso.

L’animale morde la coscia di un operatore provocando all’agente delle ferite con fuoriuscita di sangue e lesioni con una prognosi di 8 giorni. All’interno dell’appartamento vengono trovati dei coltelli e il soggetto, un ventenne marocchino, viene arrestato per resistenza a pubblico ufficiale. Il cane sequestrato e poi confiscato. Nei giorni successivi gli investigatori controllano l’appartamento e, in particolare, visionano le immagini registrate dai sistemi di videosorveglianza della zona. Accertano così un andirivieni frequente di persone estranee al quartiere che si recano proprio in quell’immobile, trattenendosi per pochi minuti. Attraverso la minuziosa disamina delle immagini vengono identificati alcuni dei soggetti, identificati come abituali assuntori di stupefacenti. Così i poliziotti della Squadra Mobile, anche attraverso appostamenti all’interno di immobili del quartiere, documentano quotidianamente l’attività individuando gli spacciatori e, soprattutto, fermando gli acquirenti delle sostanze stupefacenti i quali vengono sentiti in merito negli uffici della Questura.

L'attività di spaccio

Un’attività certosina e meticolosa. Emerge così una fiorente attività di spaccio dove, come si legge nell’ordinanza di misura cautelare, vi è «un presidio, protetto anche con l’utilizzo di cani di grossa taglia presenti sul luogo, pronto per la cessione di cocaina, eroina, hashish, ai clienti che si presentavano sia di giorno che di notte». E arriviamo al 30 marzo: nell’appartamento di via Tobagi, viene colpito con un’arma da fuoco un tunisino che riporta una ferita alla coscia. Pochi minuti dopo, in successione, si verificano alcune aggressioni tra componenti di bande extracomunitarie di fazioni rivali, eventi riconducibili al lucroso controllo della piazza di spaccio. Nel corso delle attività di perlustrazione viene trovata una pistola, all’interno di uno stabile limitrofo, in via Paleotti. La Squadra Mobile identifica il responsabile del ferimento, un albanese di 35 anni residente nel Maceratese, denunciato per il tentato omicidio.

La chiusura

A seguito di tale grave fatto di sangue viene disposta con ordinanza sindacale l’immediata chiusura dell’immobile luogo di spaccio e della sparatoria. Gli investigatori, anche stavolta, attraverso appostamenti, pedinamenti e visione delle spycam accertano che l’organizzazione sposta la sede dello spaccio di droga in un altro appartamento, ubicato nel vicino stabile di via Paleotti. I poliziotti si appostano e documentano lo spaccio, recuperando lo stupefacente acquistato dagli assuntori. Dall’indagine svolta viene così accertato che la compagine criminale, nell’ultimo periodo, verosimilmente a seguito dell’intensificarsi dei controlli nel quartiere, si avvale anche della presenza di soggetti che, alternandosi, fungono da “vedette”, avvisando coloro che provvedono all’attività di spaccio dell’eventuale arrivo delle forze dell’ordine i quali escono all’esterno con dei cani molossoidi da aizzare contro gli operatori. Ma la fine la polizia chiude il cerchio e per loro non c’è scampo. 

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