FERMO - Il Fermano fuori dagli assessorati regionali e successiva sforbiciata alla rappresentanza delle Marche nel nuovo governo guidato da Giorgia Meloni. Tutto male? Soltanto in parte. Per la quinta provincia non ci sono solo brutte notizie, a partire dall’attenzione verso il suo motore economico, quel distretto calzaturiero che, fra alti e bassi, continua a tirare la locomotiva fermana. La migliore è lo slittamento della restituzione del credito di imposta, fissata ora a fine ottobre ma del prossimo anno. Era fra le richieste più urgenti da parte delle imprese.
Il commento
«Si tratta di un anno in più - commenta il presidente dei calzaturieri di Confindustria Fermo, Valentino Fenni - in attesa che cambi definitivamente la norma.
I nomi
Fenni fa un passaggio anche sui nomi dati ai nuovi ministeri che, per la verità, in alcuni casi hanno anche provocato alcune polemiche, plaudendo nello stesso tempo a una nomina che appare importante per il futuro del distretto calzaturiero a cavallo fra Fermano e Maceratese. «Il governo - ribadisce - ora ha al suo interno il ministero per il made in Italy. Francamente appare difficile trovare qualcosa di più italiano di un capo di moda pensato e realizzato nel nostro Paese. E la decisione presa dal ministero delle Finanze rappresenta il miglior benvenuto alla neo sottosegretaria Lucia Albano, una marchigiana che ben conosce il nostro settore. Proprio con lei, componente della commissione Finanze alla Camera, ci eravamo confrontati più volte chiedendole di intercedere per quanto possibile».
La battaglia
Confindustria ricorda come il risultato sia «stato un lavoro corale, che ha coinvolto anche il senatore Francesco Verducci e l’ex deputato Mauro Lucentini, a riprova che nelle Marche si può fare squadra e raggiungere gli obiettivi. Con l’onorevole Albano, a cui auguriamo buon lavoro, parleremo quanto prima delle questioni più rilevanti, dalla Zes, confermata pochi giorni fa anche dal governatore regionale Francesco Acquaroli, al taglio del cuneo fiscale o alle politiche per l’internazionalizzazione».