Credito d’imposta nel settore moda, confermata la proroga al 30 giugno. Ecco le nuove indicazioni

Credito d’imposta nel settore moda, confermata la proroga al 30 giugno. Ecco le nuove indicazioni
Credito d’imposta nel settore moda, confermata la proroga al 30 giugno. Ecco le nuove indicazioni
di Massimiliano Viti
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Martedì 24 Ottobre 2023, 02:30 - Ultimo aggiornamento: 26 Ottobre, 07:41
FERMO Nuove indicazioni per la questione relativa al credito di imposta su ricerca e sviluppo. È stata confermata la proroga al 30 giugno 2024 a chi è chiamato a restituire i bonus ricerca e sviluppo che il fisco ritiene indebitamente utilizzati. La seconda e la terza rata sono ora fissate al 16 dicembre 2025 e alla stessa data del 2026.  


L’impegno


Il ministro del made in Italy Adolfo Urso, intervenendo stamane al Milano Fashion Global Summit, ha parlato di Albo dei certificatori in vigore dal primo gennaio 2024. I certificatori verificheranno se ciò che è stato considerato ricerca e sviluppo da parte delle aziende moda (ma non solo) sia effettivamente compatibile con le normative in vigore. La proroga al 30 giugno del prossimo anno permetterà alle imprese di certificare il proprio credito e quindi di mettersi al riparo da qualsiasi richiesta da parte del fisco. Ma anche dagli eventuali risvolti penali.

Il commento di Ercole Botto Poala


«Invochiamo a gran voce che l’Agenzia delle Entrate si adegui al nuovo decreto cessando l’azione vessatoria e sanzionatoria contro le aziende» commenta Ercole Botto Poala, presidente di Confindustria Moda. «Il Governo, grazie al lavoro del viceministro dell’economia e delle finanze Maurizio Leo e agli incontri con l’imprenditrice calzaturiera fermana Annarita Pilotti, dopo l’incontro avvenuto durante Micam Milano, ha finalmente risolto un problema che stava diventando insostenibile per le imprese calzaturiere che rappresentano uno dei settori cruciali del made in Italy» osserva Giovanna Ceolini, presidente di Assocalzaturifici. Che poi prosegue: «Insieme a Smi-Sistema Moda Italia e con Confindustria Moda ci siamo battuti con successo per questo posticipo, affinché i certificatori abbiano il tempo di definire esattamente cosa sia inseribile in Ricerca e Sviluppo, garantendo tutte quelle aziende che hanno operato secondo le regole e che invece vedevano a rischio restituzione quanto ricevuto a sostegno di tutte le spese comunque sostenute». Vale la pena rilevare come Cnmi-Camera della Moda abbia richiesto l’eliminazione della certificazione, sulla quale punta dritto il Governo.

 

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