L’Ue boccia il credito d’imposta, edili in pressing sul governo. A rischio le imprese che hanno investito

Uno dei cantieri per la ricostruzione
Uno dei cantieri per la ricostruzione
di Marco Vannozzi
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Giovedì 2 Dicembre 2021, 10:29

ASCOLI - Suona l’allarme per le imprese del cratere. L’Unione europea non concede l’autorizzazione della proroga del credito d’imposta per il 2021. A rischio centinaia di imprenditori impegnati in investimenti produttivi nelle aree colpite dal sisma. Il decreto legge “Sostegni bis” aveva disposto la proroga al 31 dicembre, del credito d’imposta per gli investimenti in beni strumentali effettuati dalle imprese localizzate nei Comuni delle regioni Lazio, Umbria, Marche e Abruzzo colpiti dagli eventi sismici del 2016.

Occorreva però l’ok europeo, poiché la prima proroga, concessa il 6 aprile 2018, era scaduta il 31 dicembre 2020. Si era in attesa quindi di un’ulteriore autorizzazione da parte della Commissione europea che avrebbe dovuto anche specificare la decorrenza della nuova disposizione. Ora arriva la conferma che l’Europa non concederà il placet. Questa circostanza esclude definitivamente l’operatività della misura del credito d’imposta per gli investimenti nell’area del cratere per l’anno 2021. 

C’è rammarico nelle parole del presidente Ance Ascoli, Massimo Ubaldi, ma il numero uno dei costruttori edili ascolani non getta la spugna. «Cerchiamo un’alternativa. Stiamo discutendo con il ministero dello sviluppo economico. L’obiettivo è fare in modo che una nuova norma possa essere inserita nel maxi emendamento della manovra finanziaria – sostiene Ubaldi. - Così come siamo stati forti nel cercare di rimettere in moto la macchina operativa, ora saremo vigili affinché alle promesse seguano i fatti». Il credito d’imposta così come pensato dava un grosso sostegno allo sviluppo economico e sociale soprattutto nelle zone devastate dal sisma, sempre in difficoltà in termini di rilancio ed attrattività. 

Il traguardo adesso è porre rimedio agli ultimi dodici mesi e dare uno sguardo al futuro. «Vogliamo salvare il 2021, ma cerchiamo di mettere in campo anche le azioni del 2022 - aggiunge Ubaldi. - Tentiamo una via d’uscita con il ministero.

Ed è corretto sia così: è stata una scivolata di qualche funzionario». Rimane così alta l’attenzione su un tema tanto importante. Alla luce soprattutto della disparità di trattamento con le realtà del Sud: il credito d’imposta per l’acquisto di beni strumentali nuovi destinati a strutture produttive ubicate nelle regioni del Mezzogiorno resterà in vigore fino 31 dicembre 2022. 

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