FERMO - Se, da adesso in poi, anche nei distributori di Mauro Cardinali il metano costerà un po’ di più non è solo per colpa delle spese fisse aumentate. C’entrano anche i contratti che l’imprenditore ha firmato anni fa con Eni. Gli stessi che, ora, il colosso dell’energia vuole rivedere, intimando, in caso contrario, di rescinderli anzitempo. Ieri, l’azienda di Cardinali ha diramato una nota in cui dice che, gradualmente, si vedrà costretta ad aumentare il prezzo del metano. Contattato al telefono, l’imprenditore ha spiegato che dietro, in realtà, c’è altro.
«Ci hanno dato sette giorni per adeguarci alle loro richieste – ha detto –, altrimenti annulleranno i contratti che dovrebbero scadere a ottobre».
«Eni – fa sapere l’avvocata Sonia Marrozzini che segue la vicenda per conto di Cardinali – sostiene che il contratto prevede una quota con un prezzo fisso con massimi giornalieri da prelevare a quel prezzo. Se si sforano i massimi, si paga una penale, cosa che il mio assistito ha sempre fatto, senza aumentare i prezzi». L’aumento che scatterà in questi giorni, paradossalmente, serve a scoraggiare i clienti e a far scendere i prelievi giornalieri, cioè i rifornimenti, scongiurando, forse, la rescissione dei contratti.