Export da record delle Marche: con +89% siamo primi in Italia. Il traino è la Farmaceutica

I dati Istat di gennaio/settembre 2022

Export da record delle Marche: con +89% siamo primi in Italia. Il traino è la Farmaceutica
Export da record delle Marche: con +89% siamo primi in Italia. Il traino è la Farmaceutica
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Martedì 13 Dicembre 2022, 05:30

ANCONA Le Marche sono campionesse italiane di export nei primi nove mesi di quest’anno. Il dato, elaborato dall’Istat, è impressionante: +89,4%. Ovvero, il fatturato sviluppato dalle aziende marchigiane con i clienti stranieri è cresciuto dell’89,4% rispetto all’analogo periodo dell’anno scorso, superando così i 17 miliardi di euro. Sul podio, dietro le Marche, ci sono Sardegna (+73,9%) e Sicilia (+66,7%). Una crescita, quella marchigiana, “drogata” dal settore farmaceutico che ha permesso alla provincia di Ascoli Piceno di quintuplicare il suo valore rispetto all’anno scorso.  


I risultati


Ma anche togliendo il miglior realizzatore della squadra, le Marche fanno meglio dell’Italia: +23,1% contro +21,2%. Oltre ad Ascoli Piceno, tutte le altre province registrano un segno ampiamente positivo: Ancona +23,4%, Fermo +35,3%, Macerata +25,3%, Pesaro-Urbino +18,8%. La farmaceutica genera 7 dei 17 miliardi di export. Un valore che è oltre 7 volte quello dei primi nove mesi del 2021. Ma non c’è solo la farmaceutica perché l’export di navi e imbarcazioni cresce del 137%. Bene anche le calzature, che crescono del 34% e oltrepassano la soglia del miliardo di euro, un valore superiore a quello pre-pandemia del periodo gennaio-settembre 2019 del 3,3%. I metalli fanno +52%, i prodotti petroliferi triplicano il loro fatturato. Ma chi sono i nostri migliori clienti? Se guardiamo l’export manifatturiero, che costituisce il 98,5% del totale export marchigiano, il migliore cliente è il piccolo Belgio che ha comprato prodotti made in Marche per 3,1 miliardi di euro, un valore 5 volte superiore a quello dell’anno scorso.

Anche qui c’è lo zampino del farmaceutico. Al secondo posto troviamo un cliente fidelizzato da tempo: la Germania, con quasi 2 miliardi di euro e +89,5%. I tedeschi sopravanzano di poco gli statunitensi (ci sono appena 35 milioni di differenza tra i due) che hanno incrementato gli acquisti di 2 volte e mezzo, probabilmente anche grazie alla forza del dollaro nei confronti dell’euro. Il peso dell’export marchigiano sul totale Italia è salito dal 2,4% al 3,7%.


Il commento 


Il presidente di Confindustria Marche Roberto Cardinali è soddisfatto ma non nasconde i timori per il futuro. «È un risultato particolarmente significativo trainato dal comparto farmaceutico ma che ha coinvolto tutti i principali settori di specializzazione» afferma Cardinali. «L’industria manifatturiera marchigiana continua a reggere in termini di produzione e vendite a fronte di costi altissimi, difficoltà di approvvigionamento di materie prime e beni intermedi, aumento di costi e tempi di trasporto, rialzo dei tassi di interesse, minore liquidità disponibile a causa delle bollette energetiche ed erosione progressiva dei margini che rende sempre più difficile gli investimenti. Non sappiamo però - ha concluso Cardinali – per quanto ancora riusciranno a resistere le nostre imprese se non si interverrà con misure strutturali e coraggiose su lavoro e crescita».
 

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