FERMO - I circa sessantamila utenti clienti 27 comuni serviti da Tennacola, l’acqua è costata il 4,92% in più quest’anno. Un altro scatto del 4,92% è previsto per l’anno prossimo. È la somma degli aumenti deliberati nel periodo 2020-2023 che incidono sulle bollette del 2022 e che gli utenti si ritroveranno in quelle del 2023. In una famiglia composta da tre persone, che spende 300 euro l’anno per il consumo di acqua, l’aumento è pari a 15 euro l’anno.
«Un incremento contenuto rispetto ai rincari di energia elettrica e materie prime che hanno pesato sul nostro bilancio» precisa Simona Tidei, presidente del consiglio di amministrazione dell’azienda che gestisce il servizio idrico integrato dei 27 comuni dell’Ato 4 - Marche Centro Sud - Fermano Maceratese. L’aumento è stato deliberato dai sindaci dei 26 comuni proprietari di Tennacola. O quanto meno da quelli presenti nell’assemblea dell’Ato-Ambito territoriale ottimale in cui si è discusso il ritocco delle tariffe. Tutti i sindaci dei comuni più importanti erano presenti. Nessuna astensione e nessun voto contrario.
La decisione deve ancora ricevere l’autorizzazione dell’Arera, l’Autorità per l’energia elettrica, il gas e il sistema idrico. Autorità che aveva chiesto un aumento delle tariffe per non mettere a rischio i finanziamenti previsti con il Pnrr. «Il prezzo era fermo dal 2019. Ogni due anni viene rivisto per cui se non si verificheranno eventi straordinari, verrà di nuovo valutato per il 2024. L’aumento praticato dal Tennacola è in linea, e in certi casi inferiore, con quello degli altri Ato marchigiani» osserva Tidei. Perché questo aumento? Il maggiore responsabile è il rincaro dell’energia elettrica che il consorzio del Tennacola utilizza nei circa 30 impianti di sollevamento. Impianti che vengono azionati quando c’è carenza di acqua proveniente a monte. Servono per prelevare il liquido dai pozzi di scorta e distribuirlo. E considerata la scarsità di piogge e nevicate, e la conseguente siccità, questi impianti sono entrati spesso in funzione, determinando un aumento dei consumi e quindi dei costi energetici dell’azienda che gestisce anche oltre 40 impianti di depurazione.
«Abbiamo il prezzo più basso della regione e abbiamo acqua di sorgente, a differenza di altri territori» puntualizza lo stesso Carolini che ricopre il ruolo di sindaco di Francavilla d’Ete. «Inoltre, come Ato, stiamo investendo sui depuratori, sulla manutenzione e sull’ampliamento delle condutture. Investimenti necessari che in parte (tolti i finanziamenti europei e regionali) ricadono sulle bollette» osserva Carolini, fervente assertore dell’indipendenza dell’Ato 4 e contrario ad un accorpamento regionale che, secondo lo stesso presidente, avrebbe penalizzato il territorio per le tariffe e per il lavoro, in quanto il servizio di manutenzione sarebbe stato unificato a livello regionale.
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