In causa per un gesso troppo stretto
Dopo 8 anni e 21 udienze ancora un rinvio

In causa per un gesso troppo stretto Dopo 8 anni e 21 udienze ancora un rinvio
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Lunedì 22 Dicembre 2014, 22:23 - Ultimo aggiornamento: 26 Dicembre, 13:09
FERMO - Un gesso al polpaccio troppo stretto che gli ha procurato dei danni. La causa dura da otto anni, 21 udienze, sette rinvii.

Gli fecero troppo stretto il gesso, si lamentò e alla fine si accorse di aver per questo lesionato un nervo posteriore della gamba, ma se sapeva..., sicuramente si sarebbe tenuto il dolore risparmiandosi costose visite mediche per le perizie e anni di apprensione.



Ventuno udienze (di cui molte rinviate, l’ultima ieri), tre giudici che nel frattempo si sono succeduti, otto anni di aule di tribunale e tanto parlare.

Ha del grottesco la vicenda che sta capitando ad un ingegnere di Fermo, Arnaldo Trentuno, responsabile dell’ufficio Catasto di Fermo e colpevole (si fa per dire) di aver cercato giustizia per uno stivaletto di gesso che a suo dire era troppo stretto tanto da lesionargli un nervo della gamba.



Una denuncia e poi otto anni di vicenda processuale, interrogatori, testimonianze, periti (“tanti, un gran numero di visite mediche volute dal Tribunale”), carte bollate e rinvii.

Ventuno udienze finora per discutere di un gambaletto di gesso, sette rinvii (dicevamo, l’ultimo ieri e tutti naturalmente immaginiamo per motivi seri, ma è possibile avere un iter processuale così lungo da incubo orweliano o è la sfortuna che dopo il gambaletto di gesso si abbatte ancora sull’ingegnere fermano?), tre giudici che si sono succeduti finora e i quali hanno dovuto ogni volta riprendere daccapo le redini della vicenda.



Non è certo un buon esempio di giustizia. “Ne so qualcosa io - commenta serafico Trentuno - dopo anni di Tribunali, di rinvii anche di un anno, di visite mediche specialistiche (ctu) che certo non sono proprio gratis”.



Insomma, ieri dopo l’ennesimo rinvio, lo sfogo: “Non so quanto dovrà continuare ancora questa vicenda, fatto sta che tutto è iniziato otto anni fa e ancora non riesco a far valere le mie ragioni, non è un bell’esempio, non so se il mio sia un caso particolare, magari dettato dalla sfortuna, ma non trovo lo stesso ragioni plausibili per una vicenda del genere che certo stanca ma soprattutto lascia basiti e dà vita a molti interrogativi ai quali purtroppo non riesco a dare una risposta”.




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