Trafitta al cuore da un pacemaker: anziana muore, la famiglia fa causa all'ospedale di Torrette

Trafitta al cuore da un pacemaker: anziana muore, la famiglia fa causa all'ospedale di Torrette
Trafitta al cuore da un pacemaker: anziana muore, la famiglia fa causa all'ospedale di Torrette
di Federica Serfilippi
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Domenica 28 Gennaio 2024, 08:22 - Ultimo aggiornamento: 12:17

ANCONA Doveva essere un intervento di routine. Qualche giorno di ricovero e poi a casa, sommersa di nuovo dall’affetto dei figli e dei nipoti. Invece, dall’ospedale di Torrette non è più uscita. Ora il figlio (un medico) e la sua famiglia chiedono verità e giustizia, tanto che ha incardinato una causa civile contro l’ospedale di Torrette per accertare eventuali responsabilità mediche legate al decesso avvenuto il 2 febbraio del 2021. La storia è quella di una donna di 85 anni, residente nel capoluogo dorico, di buona salute e molto attiva anche in parrocchia.

L’intervento

A gennaio 2021, dopo alcuni controlli (aveva notato che in determinate occasioni aveva un po’ il fiato corto) le viene diagnosticata un’insufficienza alla valvola aortica.

Gli specialisti interpellati consigliano un intervento di routine, quasi banale: una valvuloplastica aortica. Un’operazione in anestesia locale che avrebbe dovuto avere effetti collaterali pari allo zero, tanto da far uscire la paziente dalla cittadella di via Conca dopo un brevissimo tempo passato in osservazione. L’anziana si mette così nelle mani dei cardiologici di Torrette e si sottopone all’intervento alla fine di gennaio. Il posizionamento della valvola avviene senza problemi. A un certo punto, però, viene riscontrata una leggera aritmia. Ed è da qui, stando ai familiari della donna, che iniziano gli errori.

Gli elettrodi

Per cercare di risolvere l’aritmia, viene presa al decisione di posizionare un pacemaker temporaneo con l’applicazione degli elettrodi sui ventricoli. Secondo quanto riportato nell’istanza presentata dai ricorrenti in tribunale, l’operazione di collocamento del pacemaker sarebbe stata fatta senza un supporto radiologico. E, dunque, sempre secondo quanto ricostruito, gli elettrodi del pacemaker avrebbero bucato i ventricoli e poi la parete del pericardio, arrivando a ridosso della arteria mammaria. L’intervento è terminato con la pazienza completamente sedata e il trasferimento in Rianimazione. Nelle ore successive all’operazione sarebbero insorte le prime complicanze, con una perdita enorme di sangue che ha riempito il torace provocando uno choc ipovolemico. È come se l’anziana fosse stata pugnalata dall’interno, facendole perdere una quantità di sangue così importante da mandarle in tilt il fegato (ipossia irreversibile).

La paziente ha resistito qualche giorno e poi è morta il 2 febbraio del 2021. L’avvocato dei familiari ha chiesto al giudice di disporre una consulenza tecnica volta a rilevare il nesso causale tra i trattamenti ricevuti e la morte. La prima udienza si terrà a marzo. «Vogliamo accertare le responsabilità perché quello che è capitato a nostra madre non succeda più. Ancora oggi non sappiamo chi ha eseguito il posizionamento del pacemaker. Vogliamo la verità».

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