Complotto in caserma, assolti 4 carabinieri
Due condanne a 4 mesi per diffamazione

Complotto in caserma, assolti 4 carabinieri Due condanne a 4 mesi per diffamazione
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Mercoledì 21 Maggio 2014, 23:31 - Ultimo aggiornamento: 22 Maggio, 10:53
SANT'ELPIDIO A MARE - Due condanne per diffamazione, quattro assoluzioni piene. La lunga storia del complotto in caserma. Due condanne per diffamazione, quattro assoluzioni piene, caduti gli altri capi d'accusa. Dopo quasi tre ore di camera di consiglio, è finita con un verdetto in buona parte favorevole agli imputati il processo che ha visto alla sbarra quattro carabinieri ed altre due persone, per un complotto ai danni del comandante della caserma di Sant'Elpidio a Mare Serafino Dell'Avvocato.

I sei imputati erano stati chiamati a rispondere a vario titolo di violenza e minaccia, diffamazione, calunnia, abuso d'ufficio. E' l'atto conclusivo di una spy story iniziata 6 anni fa: secondo l'accusa, si era allestito un complotto ai danni del comandante, e per screditarlo si era organizzato un appuntamento con una donna, per farlo spiare e fotografare in atteggiamenti compromettenti. E' rimasta una condanna a 4 mesi per diffamazione per i carabinieri Eugenio Antonelli e Luigi Leone, mentre sono stati assolti Emilio Lucchetta, investigatore privato di Porto Recanati, e Rossella Tambroni, la 37enne proprietaria di un agriturismo utilizzata come esca. Assolti anche gli altri due carabinieri, le cui posizioni erano più marginali, Mauro Zollo Roberto Cerfeda. Ieri pomeriggio l'arringa conclusiva degli avvocati difensori, Pierluigi Vecchiotti e Pietro Siciliano, che hanno assistito gli imputati insieme a Roberto Regni ed Ugo Ciarrocchi. "E' evidente la totale estraneità ai fatti del mio assistito Mauro Zollo - l'intervento dell'avvocato Vecchiotti - un dato che emerge da tutti gli atti processuali. Questa persona per due anni si è trovata sospesa, dovendo andare avanti con poco più di 500 euro al mese". Appassionata l'arringa dell'avvocato Siciliano. "Questo è un procedimento partito male fin dal principio. Il capitano dei carabinieri è parte offesa E ha coordinato le indagini. Agli atti ci sono le 'spontanee dichiarazioni' di Eugenio Antonelli, prelevato da due colleghi e interrogato per due ore senza avvocato, quindi con modalità che rendono nullo l'interrogatorio. I verbali di deposizione forniti da due carabinieri ascoltati sulla vicenda sono letteralmente identici, un fatto non credibile. Tutti i fondamenti di questo processo sono crollati, è ora di restituire dignità a questi ragazzi accusati ingiustamente". Poi il ritiro del collegio presieduto da Ugo Vitali Rosati in camera di consiglio. Si attendeva una decisione in tempi snelli, invece i giudici sono usciti solo in serata, ma per gli imputati che hanno atteso per l'intero pomeriggio il verdetto, ne è valsa la pena. E' rimasta la diffamazione, con pena sospesa, per Antonelli e Leone, scagionati gli altri e assoluzione per gli altri reati.

Raggiante, dopo il pronunciamento, l'avvocato Siciliano. "E' una sentenza che demolisce l'impianto accusatorio, una vittoria quasi totale. E' stata riconosciuta la totale estraneità ai fatti di alcuni accusati ed è caduta gran parte dei capi d'imputazione. Sono soddisfatto per queste persone, in particolare per i carabinieri che in seguito a quest'accusa sono stati trasferiti o sospesi".
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