Carabinieri spostati da Montegiorgio a Porto Sant’Elpidio, il caso finisce in Regione con Cesetti (Pd): «Sì ad altre misure»

Depositato l’atto ispettivo. «Con due compagnie indagini separate»

Carabinieri spostati da Montegiorgio a Porto Sant’Elpidio
Carabinieri spostati da Montegiorgio a Porto Sant’Elpidio
di Domenico Ciarrocchi
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Venerdì 19 Gennaio 2024, 01:40 - Ultimo aggiornamento: 12:22

FERMO Compagnia dei carabinieri da spostare da Montegiorgio a Porto Sant’Elpidio, il caso finisce in Regione con il consigliere del Pd Fabrizio Cesetti che deposita un atto ispettivo in Consiglio. Presentata anche una mozione in consiglio comunale. Sotto esame le conseguenze negative per la zona collinare e montana del Fermano ma anche, almeno secondo Cesetti, le ripercussioni per la costa che sarebbero tutt’altro che positive. Il caso ormai tiene banco, i sindaci della riviera, in particolare Massimiliano Ciarpella di Porto Sant’Elpidio, rimarcano come la zona abbia bisogno di rinforzi, i colleghi montani protestano. Che fare? 

I particolari

Il documento di Cesetti, sottoscritto da tutti i consiglieri del gruppo assembleare del Pd, in sostanza sollecita la giunta regionale ad attivarsi affinché sia disinnescata la proposta avanzata a fine anno in una riunione del Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica in Prefettura, Nel pacchetto prevista anche la soppressione della stazione di Santa Vittoria in Matenano, che serve anche Montefalcone Appennino, Smerillo e Montelparo. «L'ho già detto in aula e lo ripeto - afferma Cesetti -: il potenziamento dei presidi delle forze dell'ordine della fascia costiera deve avanzare di pari passo con il mantenimento e l'analogo rafforzamento di quelli delle aree interne. Il punto da cui la discussione sulla tutela della sicurezza pubblica deve partire è quello a cui è giunto il consiglio regionale, che dopo una serie di interrogazioni e mozioni da me presentate e divenute risoluzioni approvate all'unanimità, ha dato mandato alla giunta, e in particolare al vicepresidente Filippo Saltamartini, di avviare un confronto con il governo e il ministero dell'Interno per l’adozione dei necessari provvedimenti, tra cui il potenziamento degli organici per Polstrada, polizia, carabinieri e finanzieri, l'istituzione di un presidio fisso e permanente delle forze dell’ordine a Lido Tre Archi e l'avvio di un progetto sperimentale per il controllo permanente nel territorio di Fermo, Civitanova e Porto Sant’Elpidio».

Il consigliere ricorda poi il protocollo per la sicurezza integrata tra le Prefetture di Fermo e di Macerata e i Comuni di Fermo e Civitanova. «Proposte - sottolinea - accolte da tutte le forze politiche in virtù del progressivo aggravarsi della situazione dell’ordine pubblico nel Fermano, dove ci sono ormai situazioni da tempo fuori controllo che rendono intere comunità ostaggio dei delinquenti».

Il caso

Ma c’è di più. «La proposta di riorganizzazione - spiega Cesetti, che guidava la Provincia di Fermo quando nacque il comando provinciale dell’Arma - è in contraddizione con la conferma del comando della compagnia di Montegiorgio all’indomani dell’istituzione del comando provinciale avvenuto con la nascita della Provincia e sospetta rispetto all’avviso pubblico del 25 luglio emanato dalla Prefettura di Fermo, attraverso cui era stata avviata un'indagine di mercato per individuare a Montegiorgio un immobile in affitto destinato alla sede del comando della compagnia. E’ evidente che la proposta di dislocazione a Porto Sant'Elpidio, anziché scaturire da esigenze di ordine pubblico, derivi dall'esito negativo del bando prefettizio, scaduto l’8 settembre, e dalla contestuale presenza di una disponibilità a investire a Porto Sant'Elpidio».

Il paradosso

Cesetti auspica l’impegno sia della Regione che di Michele Ortenzi, che è sia sindaco di Montegiorgio che presidente della Provincia, e ricorda come il trasloco anziché aiutare la costa rischi di danneggiarla. «Con la nuova suddivisione del territorio - chiosa - Lido Tre Archi andrebbe sotto Fermo e Porto Sant’Elpidio sotto la nuova compagnia. Un problema in più, visto che spesso le indagini nelle due aree confinanti sono collegate». In più occasioni è emerso come i giri malavitosi, a partire dallo spaccio, siano interconnessi: si rischierebbe di avere carabinieri e inquirenti diversi a nord e a sud del piccolo ponte sul Tenna che divide i due Comuni. Un paradosso.

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