Banche in fuga dalle Marche: in cinque anni scompaiono un quarto di sportelli e personale. E molti comuni restano senza

Banche in fuga dalle Marche: in cinque anni scompaiono un quarto di sportelli e personali. E molti comuni restano senza
Banche in fuga dalle Marche: in cinque anni scompaiono un quarto di sportelli e personali. E molti comuni restano senza
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Venerdì 21 Maggio 2021, 16:28 - Ultimo aggiornamento: 16:39

ANCONA - Meno sportelli in mano a meno istituti bancari, meno personale e anche meno comuni serviti: anche nelle Marche si osserva la dinamica nazionale che, spinta anche dall'esplosione dei servizi online, porta le banche ad avere meno sportelli, personale e copertura. Anzi i dati delle Marche sono superiori a quelli nazionali: in particolare quello riferito al personale, un quarto in meno in cinque anni.

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"Dal 2015 al 2020 - spiega infatti Uilca in una nota - in Italia si è registrata una contrazione degli sportelli del 22,4% e i dipendenti hanno subito un calo del 9,1%.

Nello stesso periodo nelle Marche gli sportelli sono diminuiti del 26%, i dipendenti del 25% e 10,2% in meno i comuni serviti. . La contrazione degli sportelli bancari è un fenomeno che, dal 2011 al 2019, ha colpito tutti i ventisette Paese dell’Unione europea, con una riduzione complessiva del 26,8%, seppure in modo differente : in Spagna -40,1%; in Germania -29,3%; in Italia -27,4% e in Francia -6,8%. Nello stesso periodo, in Europa i dipendenti bancari sono diminuiti del 15,48%; in Italia dell’11,42%. I motivi sono molteplici ma due i fattori che hanno impattato maggiormente: le aggregazioni bancarie e la digitalizzazione. 

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“Agli sportelli bancari è sempre stato legato il destino dell’occupazione del settore. A questo evidente problema si aggiunge che la loro continua chiusura porta alla desertificazione bancaria di interi territori, con ricadute estremamente pesanti in termini sociali ed economici per la mancanza di intermediatori del credito, legali, affidabili e regolati. Il Sud Italia, ad esempio, pur avendo meno sportelli, ha registrato una contrazione quasi pari al Centro e al Nord, che ne hanno molti di più”, considera Fulvio Furlan, segretario generale Uilca. 

“In Italia si spenderanno 248 miliardi nei prossimi anni grazie al Pnrr (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) per modernizzare il Paese, migliorare le infrastrutture, anche digitali, e attuare la transizione energetica. Il sistema bancario deve affrontare questa sfida con lungimiranza, senza logiche speculative prive di prospettiva, legate alla riduzione dei costi 
per la chiusura di sedi e sportelli o a fusioni pensate solo con riferimento alle agevolazioni fiscali e al ritorno per gli azionisti”, conclude Furlan.
In venti anni si è assistito a un incremento della percentuale di asset complessivi detenuti dai primi cinque gruppi bancari rispetto agli asset totali di ciascun Paese riducendo, di fatto, la concorrenza nel settore bancario. In Italia nel 2000 le prime cinque banche detenevano il 22,7% degli asset; nel 2019 il 47,9% di tutti gli asset bancari.

Analizzando il fenomeno rispetto alle zone geografiche, si nota che dal 2011 al 2019 in Europa sono aumentati e in Italia raddoppiati gli utilizzatori di e-banking e di e-commerce, indipendentemente dal vivere in centro città, in periferia o in zone rurali: i clienti, se hanno la possibilità di connettersi alla rete, riescono a utilizzare le innovazioni tecnologiche, seppure con qualche criticità. Considerando le specificità di questa fase storica e le peculiarità dell’Italia, che è uno dei Paesi al mondo con l’età media più elevata e dove la ricchezza è detenuta soprattutto da persone anziane, è necessario modulare l’accesso ai servizi bancari in base alla tipologia di clientela presente nei vari territori. Per questo gli sportelli bancari oggi hanno una funzione che va potenziata con la personalizzazione dei servizi e l’introduzione di nuove attività.

“Il sistema bancario e le banche devono strutturarsi per sostenere lo sviluppo del Paese, al servizio di territori, famiglie e imprese e fornire servizi sempre più diversificati e professionali ampliando le attività che svolge, facendo formazione continua e nuova occupazione”, dichiara Furlan.

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