Ministeri, il governo accoglie tutti gli odg
«No al trasferimento al Nord»

Polverini, Bossi e Alemanno (foto Alessandro Di Meo - Ansa)
Polverini, Bossi e Alemanno (foto Alessandro Di Meo - Ansa)
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Martedì 21 Giugno 2011, 09:23 - Ultimo aggiornamento: 28 Febbraio, 23:13
ROMA - Il governo ha accolto gli ordini del giorno contro lo spostamento dei ministeri al Nord presentati alla Camera sul dl Sviluppo. Gli odg sono stati presentati da Pd (primo firmatario il capogruppo Dario Franceschini), Terzo Polo, Idv e Pdl (firmato dai capigruppo di maggioranza Fabrizio Cicchitto, Marco Reguzzoni della Lega e Luciano Sardelli dei Responsabili). I testi presentati dalle opposizioni impegnano l'esecutivo ad escludere ogni ipotesi di delocalizzazione dei ministeri. L'odg presentato dal Pdl, invece, pur contrario ai trasferimenti, prevede la possibilità di istituire sedi di rappresentanza decentrate.



Alemanno: vicenda chiusa ra parliamo di cose serie. «Il parere favorevole del governo su tutti gli ordini del giorno contrari allo spostamento dei ministeri da Roma chiude definitivamente questa vicenda - dice il sindaco di Roma, Gianni Alemanno - E' un risultato importantissimo, ottenuto grazie ad un atto di responsabilità del governo e di tutta la politica nazionale che ha compreso le ragioni del popolo di Roma. Tutto questo rende ormai inutile qualsiasi raccolta di firme pro o contro lo spostamento dei ministeri. Roma rimane Capitale, occupiamoci ora di cose serie».



La Lega però non arretra sul trasferimento dei ministeri al Nord. «È un fatto d'obbligo dell'Europa fare quella roba lì. L'hanno fatto in Inghilterra e Germania. È necessario coinvolgere tutto il Paese. Passo indietro della Lega? No», ha detto oggi il leader del Carroccio Umberto Bossi conversando con i cronisti a Montecitorio. Poi però, rispondendo a chi gli chiede se sia soddisfatto dell'accordo raggiunto nel vertice a palazzo Grazioli, aggiunge: «Bisogna fare un passo alla volta, non si può avere tutto subito».



Ieri sera, nel corso di una cena nella residenza del premier silvio Berlusconi, si è parlato della richiesta di Bossi sui ministeri. Tema incandescente che vede il sindaco di Roma Gianni Alemanno e la presidente della regione Lazio Renata Poverini fermi sulle loro posizioni in difesa della capitale. Il premier ha cercato di mediare e ci si è acordati sulla presentazione di un ordine del giorno in Parlamento. «Al Nord, soltanto sedi di rappresentanza dei ministeri», ha detto il Cavaliere al vertice di Palazzo Grazioli.



«Questa mattina ho raggiunto telefonicamente Fabrizio Cicchitto che mi ha informato dell'ordine del giorno elaborato ieri sera fino alle 3 di notte tra i vertici del Pdl e della Lega, che parla solo di fare le sedi di rappresentanza e che cita la costituzione e garantisce il ruolo di unitarietà. La situazione dovrebbe essere accettabile. Ma prima di dire che va tutto bene voglio leggere l'ordine del giorno e farlo leggere a Renata Polverini su cui siamo strettamente legati per affrontare questo problema - ha detto Alemanno intervenuto a Radio24 -. Voglio capire inoltre se Lega ritira la sua proposta di legge d'iniziativa popolare. È chiaro che se mentre facciamo questo ordine del giorno la lega non ritira la proposta di legge dobbiamo continuare a reagire con la nostra mobilitazione e con la nostra petizione».



La Lega sembrava aver accettato il compromesso, ma oggi Bossi è tornato a chiedere il trasferimento dei ministeri. E il presidente dei deputati della Lega, Marco Reguzzoni, ha precisato che il Carroccio non ha alcuna intenzione, come preteso da Alemanno, di ritirare la proposta di legge per trasferire i ministeri al Nord.



Alemanno sta raccogliendo le firme per bloccare il trasferimento dei ministeri. «Anche noi abbiamo raccolto le firme», ha affermato Bossi. «Il primo giorno sono state 12mila - ha aggiunto -. Se capisco bene le cose in una settimana saranno 100mila».



Quello sulle sedi di rappresentanza dei ministeri decentrate «è un ordine del giorno che il Pdl ha ritenuto di presentare e che nulla hanno a che fare con l'organizzazione dei ministeri», ha precisato Reguzzoni. «Quando verrà il momento - ha agiunto - arriveremo con il nostro ddl di iniziativa popolare con qualche milione di firme e discuteremo nuovamente della questione. C'è l'intesa sull'ordine del giorno ma quello che a noi interessa è il ddl di iniziativa popolare e sorprendono le reazioni scomposte di alcuni palazzi romani che sembrano molto arroganti».



Bossi ha aperto poi a sopresa al dialogo con l'opposizione per la modifica della legge elettorale. «È una delle cose su cui si può ragionare. Si può fare l'accordo», ha spiegato il leader della Lega Nord ai cronisti a Montecitorio che gli chiedono se sia «possibile discuterne con l'opposizione».



Berlusconi sarà il candidato premier del centrodestra nel 2013 «se farà le cose chieste dalla Lega Nord», ha quindi assicurato il leader del Carroccio. «Abbiamo già dato a Berlusconi uno scadenzario», ha ricordato Bossi.



«Le guerre finiscono quando terminano i soldi... Anche l'America ha finito la guerra quando ha finito i soldi», ha poi osservato Bossi a chi gli chiedeva un commento sulle parole del Capo dello Stato, Giorgio Napolitano, che ha difeso l'intervento militare italiano in Libia.



«La gente a Pontida urlava "secessione" e non "successione"... Sono ancora giovane. A Pontida la gente è venuta per me», ha poi concluso Bossi replicando a chi gli chiedeva se il ministro Roberto Maroni fosse «il delfino» alla guida della Lega Nord.
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