Covid, l'allarme della Fondazione Gimbe: «Il vaccino non basta, serve un altro lockdown»

Covid, l'allarme della Fondazione Gimbe: «Il vaccino non basta, serve un altro lockdown»
Covid, l'allarme della Fondazione Gimbe: «Il vaccino non basta, serve un altro lockdown»
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Giovedì 14 Gennaio 2021, 13:58

La tanto temuta terza ondata di coronavirus è ormai alle porte e il vaccino non può risolvere tutti i problemi: stando a quanto emerge dal nuovo monitoraggio indipendente della Fondazione Gimbe, stanno incrementando i nuovi casi settimanali di Covid, arrivati, dal 6 al 12 gennaio, a 121.644 rispetto ai 114.132 della settimana precedente. Mentre sul fronte ospedaliero si registra una lieve risalita dei ricoverati con sintomi (23.712 rispetto a 23.395) e delle terapie intensive (2.636 rispetto 2.569). Ancora in aumento i decessi settimanali, 3.490 rispetto a 3.300.

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«Il vaccino non è una soluzione immediata e serve adesso il lockdown», fa sapere Gimbe, che spiega che nel dettaglio, dal 6 al 12 gennaio, rispetto alla settimana precedente, si registra una crescita del 2,6% delle terapie intensive, del 3,4% dei ricoverati con sintomi, del 5,8% dei decessi e un aumento del 6,6% dei nuovi casi (a fronte di un +9,7% di casi testati). «I dati - afferma Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe - confermano la lenta risalita dei nuovi casi settimanali e, sul versante ospedaliero, il costante aumento di ricoveri e terapie intensive, dove l'occupazione da parte di pazienti Covid supera in 10 Regioni la soglia del 40% in area medica e quella del 30% delle terapie intensiva».

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Nel primo trimestre 2021, spiega Renata Gili, Responsabile Ricerca sui Servizi Sanitari della Fondazione Gimbe, con una copertura vaccinale minima ci si attende un'elevata circolazione del Sars-CoV-2 (con preoccupanti incertezze sulle nuove varianti) ed elevato impatto della Covid-19 sui servizi sanitari».

Di conseguenza, aggiunge, «per centrare l'obiettivo di eliminazione del virus, è indispensabile attuare rapidamente la strategia soppressiva, al fine di ridurre in modo rilevante i casi e appiattire la curva epidemica». In questo modo, con l'arrivo della bella stagione e il progressivo aumento delle coperture vaccinali, conclude Gilli, «la minore circolazione del SARS-CoV-2 permetterebbe, durante i mesi estivi, la ripresa di un'efficiente attività di tracciamento per raggiungere l'obiettivo della progressiva eliminazione»

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