Mancato soccorso al Moby Prince: «Lo Stato non è tenuto a risarcire». Respinte le richieste dei familiari delle vittime

Mancato soccorso al Moby Prince: «Lo Stato non è tenuto a risarcire». Respinte le richieste dei familiari delle vittime
Mancato soccorso al Moby Prince: «Lo Stato non è tenuto a risarcire». Respinte le richieste dei familiari delle vittime
di Stefania Serino
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Venerdì 15 Dicembre 2023, 02:10 - Ultimo aggiornamento: 12:04

SAN BENEDETTO - Lo Stato non è tenuto al risarcimento per mancato soccorso. Lo ha stabilito la Corte di Appello di Firenze che ha respinto la richiesta dei famigliari delle vittime del Moby Prince nei confronti dei ministeri della Difesa e dei Trasporti per il disastro avvenuto davanti al porto di Livorno il 10 aprile 1991.Il diritto al risarcimento è prescritto e la prima Commissione di inchiesta in Senato non ha introdotto nuove ipotesi di responsabilità.

Gli assunti

Su questi assunti si basa in sotanza il verdetto di secondo grado che coinvolge anche tre famiglie marchigiane.

Il sambenedettese Sergio Rosetti, era imbarcato come motorista. La sua salma, fu trovata, vicino al corpo senza vita di un giovane militare che certamente il 55enne cercò di aiutare. Tra i passeggeri c'era anche una coppia di sposi in partenza per il loro viaggio di nozze: la 26enne Giuseppina Granatelli di Sant'Elpidio a Mare e il marito 33enne Bruno Fratini, originario di Morrovalle. Quattro giorni dopo il matrimonio Bruno per evitare il volo in aereo, acquistò due biglietti per compiere il viaggio via nave. Le loro salme vennero trovate abbracciate. Nella relazione finale del 22 gennaio 2018 i famigliari delle vittime hanno appreso che i loro cari sono rimasti in vita ben oltre il momento della loro presunta morte. Da qui è ripartita l'azione legale nei confronti della Capitaneria di porto e della marina Militare. Ma la quarta sezione civile della Corte d'appello di Firenze ha rigettato le loro istanze: «La Commissione parlamentare di inchiesta - scrivono i giudici - non ha individuato nuove diversi elementi di fatto sui quali poter fondare nuove ipotesi di responsabilità ma, piuttosto ne ha soltanto fornito una lettura diversa». «Rispettiamo questa pronuncia - dicono i familiari - ma ci rimane difficile comprenderne la motivazione e la fondatezza, anche su un piano giuridico. Infatti, solo dopo le conclusioni della commissione parlamentare di inchiesta del Senato a gennaio del 2018, abbiamo avuto certezza su fatti fino ad allora decisamente negati, quali i tempi di sopravvivenza dei nostri cari a bordo della Moby Prince maggiori di mezz’ora, i soccorsi che non sono mai stati attivati verso il traghetto ma solo nei confronti della petroliera di Eni, Agip Abruzzo, e la assenza di nebbia nella rada di Livorno».

Le motivazioni

La richiesta di risarcimento nei confronti dei ministeri della Difesa e dei Trasporti è stata avviata sulla base di un principio già affermato con sentenza sulla strage di Ustica che riguarda il momento in cui il diritto dei danneggiati può essere fatto valere per la richiesta di risarcimento.

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