I lupi non si fermano più, nuove razzie in val d’Aso: la forte preoccupazione degli allevatori

I lupi non si fermano più, nuove razzie in val d’Aso: la forte preoccupazione degli allevatori
I lupi non si fermano più, nuove razzie in val d’Aso: la forte preoccupazione degli allevatori
di Francesco Massi
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Domenica 17 Ottobre 2021, 06:15

SANTA VITTORIA IN MATENANO -  Non solo cinghiali, caprioli, istrici tra i selvatici che creano danni incommensurabili alle colture. Da tempo c’è un crescendo di aggressioni e uccisioni, specialmente di ovini e caprini, da parte dei lupi. Un fenomeno prima relegato solamente nelle zone più montane ma che ormai ha invaso anche le vallate, come quella dell’Aso, dove stanno facendo stragi di pecore mettendo in ginocchio gli allevatori.

Questi ultimi sono sul piede di guerra e hanno manifestato le loro ragioni in un incontro molto affollato presso il bar ristorante Rastelli a Ponte Maglio di S.

Vittoria in Matenano. Allevatori e agricoltori di vari Comuni della vallata dell’Aso, sia dell’Ascolano che del Fermano. Presente anche la direttrice di Coldiretti Ascoli-Fermo Milena Sanna. Pastori inferociti per un fenomeno che sta dilagando sempre più. 


Le testimonianze parlano di un vero e proprio bollettino di guerra continuo che non si riesce a fermare. A un allevatore di zona S. Salvatore di Force alcuni giorni fa una coppia di lupi ha ucciso sette pecore in un colpo solo, nonostante fossero recintate. Alcuni mesi fa a causa di un altro attacco 24 sono state spinte dalla paura verso un burrone e sono morte precipitando sotto. I casi, spuntano ovunque. Nella stessa zona hanno sbranato due agnelli in un attimo, dicono gli operatori del settore, e altre quattro pecore in zona S. Vittoria. A volte vengono morse al collo e lasciate lì a morire dissanguate. Nel Fermano sterminato un gruppo di capretti. Altri casi a Petritoli, verso l’Ascolano e lungo la Valdaso.


Ormai, dicono gli allevatori, superano anche le recinzioni elettrificate, colpiscono di giorno e di notte, non hanno paura nemmeno dei cani da guardia, i grandi pastori abbruzzesi. Non trovano più i cuccioli di cinghiale per sfamarsi quindi attaccano altri animali, anche domestici. Infatti l’aspetto più inquietante e raro riguarda l’uccisione e lo sbranamento dei cani. Nella campagna di S. Vittoria hanno ammazzato e divorato un cagnolino di taglia medio-piccola vicino a una casa. Un altro cane da guardia, legato all’esterno di un’abitazione, è stato sbranato nella zona di Cossignano, stessa sorte per un pastore abbruzzese nel territorio di Montefiore. Testimonianze di allevatori, agricoltori e gente comune agghiaccianti. Poi gli allevatori lamentano anche i ritardi o la mancanza di arrivo dei rimborsi da parte della Regione. Inoltre devono sostenere, o comunque anticipare, anche il costo dello smaltimento delle carcasse. 


Da ricordare che il lupo è un animale di specie protetta a livello Europeo. Quindi? L’unica strada è quella dei rimborsi che devono essere del totale del valore dell’animale e dei costi di smaltimento, nonché arrivare in tempi brevi. «Noi di Coldiretti stiamo cercando di far modificare anche la legge nazionale – dice Sanna – affinché chi subisce un danno dai selvatici venga totalmente risarcito dalla Stato o dalla Regione. Non può essere a carico né del cittadino né dell’agricoltore». Allevatori sfiduciati. Qualcuno vorrebbe vendere tutto ma non trova acquirenti. 

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