SAN BENEDETTO - Dopo il tramonto, le spiagge libere devono essere “libere” in tutti i sensi. A fine giornata, infatti, vanno portati via ombrelloni, sdraio e ogni altra attrezzatura balneare. Una norma conosciuta da molti bagnanti che frequentano i lidi non assegnati agli chalet. Ma, lungo la Riviera delle Palme, può capitare che tale regola non venga rispettata.
A Cupra Marittima, è dovuta intervenire la Capitaneria di porto per riportare ordine lungo l’arenile, assediato da attrezzature balneari abusive. Mentre va decisamente meglio a San Benedetto, dove la stragrande maggioranza dei bagnanti sembra rispettare in pieno questa disposizione. Ma vediamo i dettagli.
Pochi giorni fa (anzi, poche notti fa) la Guardia costiera ha fatto scattare un blitz lungo le spiagge libere di Cupra. Durante questa operazione, sono emerse molte irregolarità. Il personale in divisa, infatti, ha provveduto alla rimozione e al contestuale sequestro di attrezzature balneari di vario genere (ombrelloni, supporti, basi, sdraio, lettini, tavolini, eccetera) per un totale di 127 pezzi. «La rimozione, resasi necessaria al fine di ripristinare la libera fruizione delle spiagge, ha consentito di restituire alla collettività circa 1.500 metri quadri di spiaggia libera, abusivamente occupata» sottolineano dalla Capitaneria, annunciando ulteriori controlli nel corso di questa stagione estiva.
A proposito di controlli: l’altra notte il Corriere Adriatico ha fatto una capatina lungo 3 spiagge libere sambenedettesi, per vedere se ci fossero situazioni paragonabili a quelle cuprensi.
Qualche piccole problema, invece, è stato riscontrato nell’arenile libero di via S. Giacomo, alle porte della Riserva naturale della Sentina. Lì, si potevano contare una mezza-dozzina di pezzi (soprattutto ombrelloni) lasciati sulla sabbia in modo irregolare. Va poi ricordato che quest’anno, per la seconda estate di fila, vige il divieto d’ingresso notturno in spiaggia. Provvedimento valido 7 giorni su 7, da mezzanotte alle 6 di mattina.
Marco Braccetti