SAN BENEDETTO - Che il clima fosse rovente attorno alla vicenda dei lavori allo stadio si sapeva. Una commissione di indagine a porte chiuse, una relazione finale secretata, un’assise di fuoco per desegretare l’atto e ora addirittura una lettera in cui un dipendente comunale ha intimato al presidente del consiglio comunale di non rendere pubblica la relazione.
Tutto è avvenuto all’indomani dell’ultima assise svoltasi lo scorso 12 febbraio quando, una lettera è stata inviata al presidente del Consiglio Eldo Fanini dove un funzionario municipale lo ha chiaramente invitato a non rendere pubblico il contenuto della relazione stilata dalla commissione di indagine e riguardante i lavori svolti presso lo stadio Riviera delle Palme.
È ormai trascorsa oltre una settimana dalla desegretazione della relazione da parte del Consiglio ma l’iter potrebbe richiedere ulteriori passaggi prima di dare pubblicità così si attenderebbe il nuovo segretario generale che arriverà martedì. Tutta la documentazione, poi, da mesi è nelle mani della Corte dei conti e dell’Anac. Una magistratura informata sui fatti a cui non servirebbero relazioni o compitini redatti da una commissione. Ventuno pagine compongono la relazione, dove sono riportati i contenuti di 5 audizioni, nel corso delle quali sono stati sentiti 11 invitati il tutto svoltosi in 40 giorni.
Ma cosa emerge da questa relazione? La gran fretta che avrebbe caratterizzato lo svolgimento dei lavori allo stadio sulla scia di un forte entusiasmo dato dalla nuova proprietà della Samb. Fretta che avrebbe portato a saltare passaggi e a chiudere qualche occhio. Ma cosa non riporterebbe? Il primo interrogativo della commissione è se potevano essere assegnati lavori senza procedura di evidenza pubblica, così come l’ufficio legale avrebbe affermato con la possibilità che la PowerGrass, fatta un’azione contro la curatela della Sambenedettese, si potesse rivalere sul Comune. Inoltre viene fatto notare come la delibera di giunta fosse stata intempestiva in quanto avrebbe chiesto la cauzione quando i lavori erano in corso.