Nuova scultura nel Museo a cielo aperto: ma la Riviera non ama il suo patrimonio

Nuova scultura nel Museo a cielo aperto Ma la Riviera non ama il suo patrimonio
Nuova scultura nel Museo a cielo aperto Ma la Riviera non ama il suo patrimonio
di Marco Braccetti
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Sabato 13 Gennaio 2024, 03:20 - Ultimo aggiornamento: 11:37

SAN BENEDETTO Arriva una nuova maxi-scultura. La Città delle Palme diventa sempre più un autentico museo a cielo aperto. Ma occorre che questo museo tuteli meglio il suo prezioso patrimonio. Sì, perché alcune installazioni continuano a scontare gli effetti di vandalismo e incuria. Procediamo con ordine, iniziando dalle buone notizie. Ossia che Brunella Longo (direttrice del Museo d’arte contemporanea di Cassino) ha comunicato la volontà di donare a San Benedetto una scultura di Gianfranco Notargiacomo: maestro di fama internazionale.

Acciao corten

Realizzata in acciaio corten, per un’altezza di circa 5 metri, l’opera è adatta ad uno spazio esterno che sarà definito con l’autore.

Potrebbe trovar spazio tra l’area pedonale del centro e la passeggiata verso il molo sud, dove tra l’altro è ospitato il Mam: Museo d’arte sul Mare. Dal Comune fanno sapere che il maestro Notargiacomo e la direttrice Longo hanno motivato la scelta di puntare su San Benedetto poiché considerata «destinazione ottimale per il prestigio e la ricchezza del parco di sculture contemporanee che negli anni si è realizzato rappresentando quasi un unicum in Italia». Effettivamente è così, ma - come accennato all’inizio - non mancano i problemi. L’esempio più lampante lega arte e sociale.

Non c’è più notizia, infatti, della miniatura tattile della statua di Kostabi, collocata lungo viale Moretti. La statuina (inserita in un percorso inclusivo, dedicato alla fruizione dell’arte da parte delle persone con gravi problemi di vista) venne rubata nel 2019 e mai ritrovata. Lo scorso anno - anche a seguito di proteste da parte dell’Unione italiana ciechi e ipovedenti - l’amministrazione comunale si prese l’impegno di realizzare ed installarne una nuova, ma di questo iter non s’è saputo più nulla. Poi, purtroppo, in giro per la città ci sono molte altre opere finite nel mirino di ladri o teppisti. Come un’alta mini-riproduzione tattile (quella del “Principe”) anch’essa divelta, ma fortunatamente ritrovata e risaldata al suo posto. Poco lontano c’è anche “Ubu”: statua di Enrico Baj. L’installazione, nel corso del tempo, è stata depredata di alcune pietre ornamentali. Inoltre i patiti della vernice spray si sono accaniti anche contro il suo basamento, sporcandolo. Servirebbe pianificare un intervento di recupero a cui, però, nessuno degli addetti ai lavori s’è finora interessato.

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