Il percorso
Dopo un percorso avviato dal sindaco Marco Fioravanti insieme all’assessore con delega alle politiche del benessere della persona, Maria Luisa Volponi, e in stretto raccordo con l’Ambito sociale XXI e i Comuni che ne fanno parte, adesso l’Arengo ha inserito l’ultimo tassello - per sbloccare questo importante riferimento per tutta la parte sud della regione - procedendo al cambio di destinazione di un immobile comunale già individuato (a seguito di sopralluoghi) che sarà adibito a questa nuova funzione. Immobile che, proprio per garantire la massima sicurezza e protezione alle donne che saranno ospitate, dovrà rimanere secretato e non individuabile. Il prossimo passo consisterà, invece, nel procedere, tramite l’Ambito sociale, con i successivi atti per la realizzazione della progettualità e, quindi, con l’attivazione del servizio. A spingere Arengo e Ambito sociale a percorrere questa strada che ora condurrà all’apertura di questa casa rifugio di emergenza per donne vittime di violenza nel territorio ascolano è, sicuramente, il fatto che, purtroppo, si continua ad assistere, a livello generale, ad un costante aumento dei casi di violenza più gravi e di femminicidi.
«La Regione Marche è carente»
«La Regione Marche – si legge in uno degli atti procedurali per la realizzazione della nuova struttura - è estremamente carente in quanto è presente una sola casa di emergenza collocata nella provincia di Pesaro ed appare evidente la necessità , non soltanto del territorio ascolano, ma di tutta la regione, di avere un’altra struttura adatta ad ospitare delle donne vittime di violenza sole o con figli». Una casa di emergenza che sarebbe al servizio, dunque, anche di altre province marchigiane.
La funzione
Ma che funzione avrà nello specifico questa casa rifugio di emergenza per le vittime di violenza? Si tratterà di una struttura finalizzata innanzitutto a rispondere al bisogno di un rapido allontanamento da casa, da parte di donne, a causa di una situazione di pericolo. Quindi coloro che decidono di abbandonare uno stato di fatto a rischio. La casa rifugio rappresenterà, quindi, un punto di riferimento per ospitare, se necessario, sia le donne vittime di violenza che i loro eventuali figli e di garantire protezione all’inizio di un percorso che poi le stesse donne accolte dovranno affrontare con il coinvolgimento di altri servizi territoriali.