Ascoli, 11 milioni di tasse non pagate
Mancati incassi dal 2006 ad oggi

In dieci anni l'Arengo non è riuscito a riscuotere undici milioni di euro di tasse
In dieci anni l'Arengo non è riuscito a riscuotere undici milioni di euro di tasse
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Lunedì 14 Marzo 2016, 09:22
ASCOLI - Qualcuno avrà fatto il furbo, qualcun altro, invece, non è riuscito a pagare... Fatto sta che il conto dell'Arengo per quel che riguarda i soldi da incassare relativi ai tributi non versati dai cittadini negli ultimi dieci anni fa registrare l'incredibile credito di circa 11 milioni di euro. Una somma spropositata che si è cumulata nel corso degli anni proprio per l'inefficacia di tutti i tentativi di recupero delle tasse non pagate effettuati da Equitalia attraverso le classiche cartelle esattoriali. 


Una cifra che diventa un vero e proprio macigno che pesa ancor di più, su un ente che cerca a fatica di tenere botta, tra normative e mancati trasferimenti, se solo andiamo a sommare anche i circa 7,5 milioni di euro mai incassati relativi alle multe. 
E, sicuramente, sarebbe stato fondamentale per l'ente poter contare su questo importo complessivo di ben 18,5 milioni di euro... Fatto sta, però, che tra il dire e il fare c'è di mezzo il mare, ma c'è di mezzo anche la confermata inefficacia dell'azione di Equitalia per recuperare le somme di spettanza. Con una percentuale che, finora, si è aggirata intorno al 3% circa. Il che significa che se risultano circa 11 milioni di euro da recuperare, la stima della cifra recuperata dovrebbe attestarsi intorno ai 330 mila euro. Ovvero briciole...
E' chiaro poi, che a consuntivo dei vari bilanci degli ultimi dieci anni circa, si sono dovuti fare i salti mortali per far quadrare i conti, andando quindi a tagliare parte degli investimenti inizialmente programmati. Considerando, inoltre, che specie in passato c'era la brutta abitudine, degli enti locali, di approvare il bilancio preventivo addirittura a settembre, quindi a ridosso del consuntivo quando si scoprivano le amare sorprese.
Fatto sta che, a questo punto, l'Arengo ha deciso di cambiare rotta e di dire addio ad Equitalia, pur vantando ancora questa montagna di soldi da recuperare dal passato, a testimonianza che tanti - sicuramente troppi - cittadini ascolani ad un certo punto hanno mollato rinunciando a pagare i tributi di ogni tipo, dall'imposta sulla casa alla tassa sui rifiuti e così via. 
Considerando che, sicuramente, nel consistente numero degli "evasori" di questi ultimi dieci anni risultano sia queste persone in difficoltà economiche che i soliti ed immancabili furbetti che hanno preferito il silenzio al pagamento delle tasse. Ma resta da capire, ora, come l'ente cercherà di provare a recuperare quelle somme fondamentali per avere garantita una liquidità che di questi tempi è una vera manna dal cielo per ogni Comune. Considerando che di fatto i solleciti ad Equitalia non sono mancati. E la strategia di alzare la voce per invocare il recupero di queste somme continuerà ad essere un passaggio obbligatorio.

Ma, sicuramente, se l'Arengo soffre il mal di bilancio, tra tagli dei trasferimenti e normative stringenti, il fatto di non poter contare su previsioni di entrate tributarie certe e consistenti rischia di rendere ancor più difficile la situazione. E di certo non ci si può più permettere il lusso di rinunciare in partenza, per i prossimi dieci anni, a cifre importanti non riscosse come gli 11 milioni di euro di tasse e i 7,5 milioni di euro di multe. L'alternativa, appena messa in piedi sperimentalmente, è costituita adesso dall'utilizzo di un diverso sistema di recupero crediti (con l'affidamento del servizio riscossione alla società Abaco) che prevede il metodo delle ingiunzioni fiscali a scapito dell'inutilità accertata delle cartelle esattoriali. 
L'ingiunzione fiscale, in sostanza, è un ordine di pagamento emesso dall'ente locale in base al quale, se il soggetto intimato non paga entro un certo termine, l'ente stesso può attivare le procedure esecutive e pignorare i beni del debitore.
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