Processo alluvione Senigallia, nuovo stop: «Il capo d’imputazione è nullo». Si torna alla fase preliminare

Processo alluvione Senigallia, nuovo stop: «Il capo d’imputazione è nullo». Si torna alla fase preliminare
Processo alluvione Senigallia, nuovo stop: «Il capo d’imputazione è nullo». Si torna alla fase preliminare
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Venerdì 14 Aprile 2023, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 15 Aprile, 07:24

SENIGALLIA Questo processo non s’ha da fare. Dopo nove anni, e due tribunali coinvolti, è ancora tutto fermo. L’ennesimo intoppo ha stoppato ancora una volta il processo sull’alluvione che nel 2014 mise in ginocchio Senigallia. Mercoledì, al tribunale dell’Aquila sarebbe dovuta andare in scena una nuova udienza della fase dibattimentale, ma gli avvocati degli otto imputati, partendo dal legale Gianluca Conti, hanno sollevato un’eccezione: la genericità del capo d’imputazione riferibile all’accusa di inondazione colposa, l’unico reato rimasto in piedi. Il giudice ha avallato l’eccezione e ha rimandato gli atti al gup.


I prossimi step

Cosa succederà ora? Il capo d’imputazione, che è stato dichiarato nullo, dovrà essere riformulato e si ripartirà dall’udienza preliminare.

Sarebbe la terza nell’ambito dello stesso processo. La prima si era tenuta ad Ancona e, tra un rinvio e l’altro, era durata un anno: a dicembre 2019 c’era stato il rinvio a giudizio degli imputati. È poi successo un colpo di scena 

Il cambio sede

A dicembre 2020 il processo si è spostato all’Aquila, avendo il presidente del tribunale dorico ravvisato un’incompetenza territoriale. Il motivo: la casa di un magistrato dorico aveva subito danni a causa dell’alluvione. Danni per cui lo Stato aveva anche sbloccato un indennizzo. Il procedimento, dunque, è finito in Abruzzo. Ed è ricominciato con una nuova udienza preliminare, terminata nel marzo dello scorso anno: tutti gli imputati sono stati rinviati a giudizio. Ma per un solo capo d’accusa: inondazione colposa. Gli altri reati sono caduti, a causa della prescrizione o del proscioglimento decretato dal gup abruzzese. A vario titolo, c’erano contestazioni come il falso, l’abuso d’ufficio e l’omicidio colposo plurimo, considerando che l’alluvione aveva fatto delle vittime. L’altro giorno dovevano essere discusse delle questioni preliminari. Eravamo all’anticamera dell’audizione dei testimoni. Nulla da fare, si torna indietro. Gli imputati sono gli ex sindaci Maurizio Mangialardi e Luana Angeloni, Flavio Brunaccioni, comandante della polizia locale, Massimo Sbriscia (Provincia di Ancona), Mario Smargiasso (Autorità di Bacino), l’ingegnere Alessandro Mancinelli (consulente del Comune), Gianni Roccato (Area Tecnica Territorio e Ambiente del Comune) e Libero Principi (Regione Marche). Le parti civili costituite sono più di 400 ed hanno presentato una richiesta di risarcimento danni che si aggira sui 40 milioni di euro. 

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