Ancona, litorale occupato dai grottaroli: cadono i reati, due assoluzioni

Ancona, litorale occupato dai grottaroli: cadono i reati, due assoluzioni
Ancona, litorale occupato dai grottaroli: cadono i reati, due assoluzioni
di Federica Serfilippi
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Mercoledì 31 Gennaio 2024, 03:00 - Ultimo aggiornamento: 1 Febbraio, 07:30

ANCONA Assolti. Non hanno alcuna responsabilità i grottaroli accusati di aver occupato abusivamente un tratto di litorale della Scalaccia, proprio sotto Pietralacroce. In due avevano scelto di procedere con il dibattimento dopo aver ricevuto il decreto penale di condanna per due reati: l’aver violato l’articolo del Codice dei beni culturali e del paesaggio per aver realizzato delle opere senza autorizzazione; e l’occupazione abusiva dello spazio demaniale.

Le motivazioni

Al termine del processo, il giudice Tiziana Fancello ha assolto gli imputati dal primo reato perché il fatto non sussiste e dal secondo per non aver commesso il fatto. Entrambi i grottaroli, uno ha 60 e l’altro 80 anni, sono stati difesi dall’avvocato Marco Pacchiarotti. Ma non è finita qui. Perché il decreto penale di condanna lo hanno ricevuto altri otto proprietari delle caratteristiche grotte che insistono sul litorale anconetano. Hanno tutti impugnato il decreto (consiste in una multa pecuniaria) e le udienze sono state spalmate nei prossimi mesi. Ma se l’indirizzo del tribunale è quello che ha portato all’assoluzione dei due grottaroli, il destino giuridico sembra quasi essere segnato.

L’altra tranche

L’indagine non è comunque finita. Ci sono circa centro grottaroli tra la Scalaccia e il Cardeto che, in un secondo momento rispetto ai dieci che hanno già ricevuto il decreto penale di condanna, sono finiti nel mirino degli accertamenti della Guardia di Finanza e della Capitaneria di Porto. Sempre per lo stesso motivo, almeno dal punto di vista penale: l’occupazione abusiva del demanio e la realizzazione di opere non autorizzate. Nel mirino sarebbe finito anche il pagamento di Imu e Tari, aprendo un accertamento di tipo amministrativo. Nel caso dei due anconetani assolti dal giudice Fancello, la procura contestava la creazione di piastroni e scivoli dopo poter appoggiare le barche e agevolare l’uscita in mare. Opere che, per la procura, non erano state autorizzate.

La storia infinita

La querelle attorno alle grotte va avanti da quasi 40 anni. Tanto che il difensore Pacchiarotti ha prodotto in udienza articoli di giornale risalenti al 1985, quando si dava notizia dell’uso pubblico degli scali d’alaggio che erano stati realizzati all’epoca dai grottaroli. Un uso pubblico, dunque, in contrasto con l’abusivismo contestato dalla procura. E già nel 2010 cento grottaroli erano stati assolti dall’accusa di aver occupato una parte del demanio senza averne titolo. Insomma, una storia infinita che sembra non voler mai chiudere il proprio cerchio, perlomeno quello che si snoda tra le aule dei palazzi di giustizia.