La sfida di Elisa: una casa per Ivan. La campionessa sposa la causa della raccolta fondi a favore del giovane sordomuto

La sfida di Elisa: una casa per Ivan. La campionessa sposa la causa della raccolta fondi a favore del giovane sordomuto
La sfida di Elisa: una casa per Ivan. ​La campionessa sposa la causa della raccolta fondi a favore del giovane sordomuto
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Giovedì 27 Agosto 2020, 08:20

JESI  - Già due anni fa la sua storia non era passata inosservata. Era stato quando, mantenendo l’assoluto riserbo su nome e provenienza del primo cittadino coinvolto, il direttore dell’Asp Franco Pesaresi aveva rivelato come il sindaco di un Comune a un centinaio di chilometri da Jesi, non della provincia, l’avesse letteralmente caricato nella propria auto per poi portarlo e abbandonarlo a se stesso qui, il più lontano possibile dal suo territorio. Da due anni a questa parte e oggi di più, Jesi di quel “pacco” che è però un essere umano – ovvero Ivan, 33 anni, originario della Romania, sordomuto dalla nascita e una storia molto complicata alle spalle- si fa carico e si prende cura.


 
Lanciando il progetto “Una casa per Ivan” con la Fondazione Vallesina Aiuta Onlus, presieduta dalla campionessa olimpica Elisa Di Francisca. Per trovare un’abitazione ad Ivan, che vive in strada e dorme in sistemazioni di fortuna perché, spiegano Maria Pina Masella dell’Asp e l’amministratrice di sostegno del giovane Maila Mattioli, «abbiamo capito che non potrebbe stare in una struttura comune, dopo quanto ha dovuto affrontare, dai 3 ai 18 anni, in istituti e comunità del suo Paese». Con una raccolta sia on line – sulla piattaforma digitale GoFundMe- sia tramite versamento all’Iban della Fondazione con la dicitura “Una casa per Ivan”, si può contribuire. «È una maniera- spiega la responsabile dell’unità disagio e povertà dell’Asp Masella- di sensibilizzare la cittadinanza: invitiamo a farsi avanti chi dovesse avere la disponibilità di un’ abitazione da affittare, le spese saranno sostenute dalla raccolta fondi. Dovrà essere l’inizio di un percorso di inserimento e inclusione sociale, per dare un tetto e poi la possibilità di lavorare al ragazzo, che è in attesa del riconoscimento di una pensione di invalidità».

Ivan in città è un volto noto. «Ha cambiato più zone ma i quartieri l’hanno adottato- ricorda l’assessore ai servizi sociali Marialuisa Quaglieri- vive per strada senza chiedere soldi o infastidire, i tanti che lo hanno segnalato l’hanno sempre fatto più preoccupati per lui che per lamentarsi. Una situazione di difficoltà che si trascina da tempo». Sposa la causa Di Francisca: «È una buona causa, per aiutare Ivan e poi tanti, troppi come lui». Evidenzia il sindaco Massimo Bacci: «Credo vada ricordato il comportamento di quel mio collega di due anni fa e rimarcata la differenza con Jesi che, chissà, forse immaginava che la situazione l’avrebbe affrontata». 

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