JESI - Nel 2018 le modalità del suo arrivo a Jesi non erano passate inosservate. Oggi, dopo due anni vissuti per strada fra sistemazioni di fortuna e piccoli grandi aiuti degli jesini, Ivan ha una casa: la cifra sin qui raccolta dal progetto che in suo favore ha lanciato la Fondazione di Comunità Vallesina Aiuta Onlus – presente e testimonial lo scorso agosto la presidentessa Elisa Di Francisca- ha permesso di anticipare alcuni mesi di affitto e di coprire le spese per le utenze.
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Ivan, 33 anni, è un giovane sordomuto originario della Romania. Due anni fa, mantenendo il riserbo su nome e provenienza del primo cittadino coinvolto, il direttore dell’Asp Franco Pesaresi aveva rivelato come il sindaco di un Comune a un centinaio di chilometri da Jesi, non della provincia, l’avesse caricato nella propria auto per poi portarlo e abbandonarlo a sé stesso qui, il più lontano possibile dal suo territorio. «Siamo rassegnati a tutto. A me è rimasta ancora un po’ di indignazione. La metto qui» aveva postato sui social Pesaresi. Una storia dalle molte ferite, quella alle spalle di Ivan.
«Non è chiaro come sia arrivato in Italia- avevano rivelato Asp e amministratrice di sostegno - non sa scrivere né leggere e le comunicazioni con lui sono molto complicate. Abbiamo capito che non potrebbe stare in una struttura comune, per il suo grado di disabilità importante e per quanto ha dovuto affrontare dai 3 ai 18 anni in istituti e comunità del suo Paese». Il 33enne era diventato un volto familiare nei quartieri dove si è trovato a trascorrere le sue giornate, senza chiedere soldi ma spesso adottato dagli jesini. L’estate scorsa il via a “Una casa per Ivan”. «L’inizio di un percorso di inserimento e inclusione sociale – era stato spiegato- per dare un tetto e poi la possibilità di lavorare al ragazzo, in attesa di una pensione di invalidità». Ora l’annuncio: la campagna «ha raggiunto il primo e più importante traguardo». Un racconto commosso, quello della Fondazione Vallesina Aiuta: «Ivan ha finalmente una casa. Non c’è stato bisogno di spiegargli. Quando gli sono state consegnate le chiavi, la sua risposta sono stati un sorriso e gli occhi colmi di lacrime, questa volta di gioia».
Ancora: «Sono stati istanti emozionanti per lui ma anche per la rete d’aiuto che ha lavorato per far sì che questo sogno si realizzasse. Aiutato da alcune volontarie, Ivan ha pulito e sistemato, per rendere la sua casa accogliente. Da quel momento non è più uscito». La Fondazione ringrazia «i cittadini che hanno donato, anche sopra le loro possibilità, il Circolo Contardo Ferrini e l’Associazione Avulss Jesi. Un ringraziamento speciale a Melania Pill, volontaria Avulss. Con le somme raccolte, verranno pagati sette mesi di anticipo dell’appartamento, utenze, bollette e altre spese, ma la raccolta continua verso l’obiettivo dei 5 mila euro».
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